E' un Flavio Insinna scatenato quello che ieri sera ha condotto per la prima volta assieme a Carolina Di Domenico la prima delle due serate finali di Musicultura all'Arena Sferisterio di Macerata. Lui, attore consumato che ricorda sempre il suo maestro Gigi Proietti, lei veterana Rai e grande conoscitrice della musica leggera, hanno dato vita a una serie di siparietti interpretando, il primo, il ruolo di uno studente discolo, e la seconda della paziente maestra che lo riporta all'ordine. A partire dal doveroso omaggio di Insinna a Enrico Ruggeri, che l'ha preceduto fino all'anno scorso alla conduzione del Festival, che diventa un tormentone quando tra una battuta e l'altra Insinna paventa per tutta la serata il suo ritorno.
"Grazie alla bravura di Carolina - ha annunciato - posso fare lo scemo. Grazie a nome del mio analista', e ancora rivolgendosi al pubblico per farlo partecipare: "fingete di essere vivi, parete il Museo delle Cere, tanto il prossimo anno torna Ruggeri, anzi è già al casello autostradale". Il pubblico apprezza e ride di cuore in questa lunga maratone musicale che inizia con l'esibizione degli otto finalisti, portatori di altrettante proposte tutte interessanti e diversificate. Ad elogiarli sul palco è Fabio Concato, tra i big della serata, che ha ammaliato gli spettatori con Non smetto di aspettarti, un medley dei suoi successi (Sexy tango, Fiore di maggio, Rosalina) e la sempre verde Domenica bestiale. "Ultimamente ci sono buoni testi - ha dichiarato - ma la musica è un po' in difficoltà, stasera però ho sentito voci straordinarie, questi giovani sono evoluti, veloci, intraprendenti. Non mollate".
Sono Cristiana Verardo di Lecce, che con la sua vocalità potente ha interpretato Ho finito le canzoni, Zic di Firenze con Futuro stupendo, la romana Ilaria Argiolas con Vorrei guaritte io e i Santamarea di Palermo, che con il brano omonimo hanno vinto il premio Produttori Musicali Indipendenti per il miglior progetto discografico e quello di Unimarche per il miglior testo. E ancora cecilia di Pisa, con Lacrime di piombo da tenere con le mani, Lamante (Schio-Vicenza) con L'ultimo piano, Simone Mateuzzi di Milano con Ipersensibile e la ferrarese AMarti con Pietra. Applauditissimi tutti i protagonisti della. Quest’anno a porre domande assieme ai conduttori c’erano anche gli spettatori via Whatsapp, per soddisfare in diretta la curiosità degli oltre 2.000 spettatori dell’Arena, conferendo alla serata freschezza e spontaneità.
Presenti anche due grandi protagoniste donne. Paola Turci ha commosso il pubblico con Povera Patria di Battiato "perché cantare una sua canzone - ha detto - è come immaginare che si muova ancora sul palco". Poi ha proseguito con il nuovissimo Fiori di ghiaccio, pubblicato solo in streaming e il notissimo Bambini che "mettono insieme – ha aggiunto - la mia vita di oggi e quella di allora". Dopo di lei Rachele Andrioli, salentina 34/enne, interprete della world music, che ha raccolto intorno a sé più di 40 donne dai 18 agli 80 anni nel Coro a Coro, e che ieri con 22 di loro si è esibita in ‘La canzone popolare’ di Fossati, assieme a un brano cantato in ucraino. In attesa della finalissima di stasera che decreterà il vincitore assoluto, i più votati dal pubblico sono stati i Santamarea, Zic e Cristiana Verardo.
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