"Una legge per non entrare nei
meccanismi infernali in cui è entrata Eluana. Una legge che dice
nero su bianco quale è la volontà" di autodeterminazione nel
caso non si sia più in grado di esprimerla. Quella legge non
c'era nel 2009, quando morì Eluana Englaro, in coma da 17 anni,
dopo una battaglia giudiziaria per l'autodeterminazione. Lo ha
ricordato Beppino Englaro, padre della ragazza, duramte un
incontro ad Ancona: "Fine vita: da Eluana Englaro a Mario"
organizzato da Ami-Avvocati Matrimonialisti Italiani, Ordine
degli Avvocati di Ancona e il patrocinio dell'Ordine dei
Giornalisti delle Marche. Il caso Englaro è stato il primo a
stabilire il principio dell'autodeterminazione, ma solo nel 2017
è arrivata la legge sulle disposizioni anticipate di trattamento
(Dat). Nel 2022 'Mario', vero nome Federico Carboni, è stata la
prima persona ad avere accesso al suicidio medicalmente
assistito, dopo una battaglia giudiziaria ad Ancona, con il
sostegno dell'associazione Luca Coscioni. Eluana e la sua
famiglia si sono trovati "in un deserto, nessuno voleva sentire
parlare di questa cosa, era un tema che dava fastidio e dava
fastidio che ci fosse una ragazza così forte e così determinata
- ha raccontato Beppino Englaro, ricordando la volontà espressa
dalla figlia di porre termine alla sua vita in caso di coma -.
Siamo stati lasciati soli, anzi siamo stati attaccati perché
chiedevamo il rispetto di diritti fondamentali".
Dopo la legge sulle Dat e in attesa di una legge organica sul
fine vita, la sentenza emessa per Mario dal Tribunale di Ancona
sulla scorta di una decisione della Corte Costituzionale sul
caso di dj Falbo rappresenta un punto di riferimento per chi si
trova in una situazione insostenibile e non ha possibilità di
miglioramento, tanto che altre persone hanno seguito la stessa
strada. Che prevede requisiti ben precisi e il parere di un
comitato bioetico per evitare che chi agevola il percorso
incorra in sanzioni penali. "Mario" dal 9 febbraio 2022 è stato
libero di scegliere quando porre fine alle proprie sofferenze,
in Italia, con accanto i suoi cari, senza che l'aiuto fornito
configuri come reato.
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