"Saremo alle Amministrative in
primavera e guarderemo a movimenti e partiti autonomisti e
federalisti. Sicuramente non possiamo collocarci a sinistra
perché siamo contro la globalizzazione, contro il pensiero unico
e contro lo stravolgimento delle nostre tradizioni". Così ad
Ancona l'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli che ha
presentato, con esponenti locali del movimento, il Partito
popolare del Nord per "autonomia e libertà". In questo contesto
la prima firma del segretario federale sulla bandiera nella
sezione delle Marche che, ha osservato l'ex consigliere
regionale leghista Sandro Zaffiri, "devono guardare al Nord".
Presenti anche altri esponenti del partito come Lodovico
Doglioni e Luigi Argalia; quest'ultimo sarà probabilmente il
segretario regionale del partito.
Per le prossime Europee Castelli dubita ma non esclude la
possibilità di parteciparvi: "è una partita difficilissima,
bisogna essere tantissimi e forti e ora non siamo tanti ma può
darsi che qualcosa faremo"; l'invito agli elettori è
"partecipare e votare partiti autonomisti e indipendentisti". "I
temi del federalismo e dell'autonomia sono stati abbandonati -
ha attaccato - nessuno parla più della questione settentrionale,
della necessità di trasformare l'Italia in un Paese federale.
Per cui siamo dovuti scendere in campo per non far morire queste
idee". Dure critiche di Castelli alla Lega, chiamata "Salvini
Premier", e al segretario e vice presidente del Consiglio: "non
pensavo avrebbe tradito così la politica per cui ci eravamo
costituiti e per cui anche Salvini ha combattuto per anni. A un
certo momento cambia radicalmente, non ci rappresenta più: non è
la voce del Nord. E' diventato un partito centralista di destra
con venatura meridionalista; il segretario ha in mente solo il
Ponte di Messina". "Vogliamo un partito che sia il sindacato del
Nord, - ha rimarcato Castelli -, porti avanti le istanze del
Nord, non in contrapposizione con gli altri ma neanche dobbiamo
essere succubi di Roma. Il secessionismo? Un'idea non più
praticabile, vogliamo essere parte di una comunità ma non con i
nostri diritti calpestati come oggi".
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