Nella "crisi Beko tra luci e ombre,
ma con una speranza per le Marche
Comunanza e Fabriano al centro dell'attenzione". Uncem Marche
(Unione dei Comuni e comunità montane) chiede chiarezza sugli
investimenti, salvaguardia dei posti di lavoro e misure di
sostegno per il territorio.
"La situazione emersa dall'incontro del 10 febbraio al
Ministero delle Imprese e del Made in Italy tra la
multinazionale Beko e le parti sociali sulla crisi in corso
presenta aspetti contrastanti. - osserva - Per le Marche, e in
particolare per Comunanza, si intravedono piccoli segnali
positivi. La decisione di non chiudere il sito produttivo di
Comunanza rappresenta un elemento di speranza per il tessuto
economico e sociale dell'area, storicamente legato alla
multinazionale. Tuttavia, restano interrogativi cruciali su
investimenti, esuberi, strategie di sviluppo futuro".
"La sospensione della chiusura dello stabilimento di
Comunanza è una notizia che accogliamo con favore", afferma il
presidente di Uncem Marche, Giuseppe Amici. "Ma chiediamo piena
chiarezza sulla distribuzione dei 300 milioni di euro di
investimenti annunciati da Beko: vogliamo sapere quanti di
questi saranno destinati a Comunanza e in che modo verranno
impiegati. È fondamentale che le risorse siano finalizzate
all'innovazione produttiva e alla creazione di valore a lungo
termine. Inoltre, è imprescindibile che la multinazionale faccia
chiarezza su quanti saranno gli esuberi, e soprattutto, quante
persone saranno effettivamente coinvolte nell'attuazione del
piano industriale".
"La trasparenza su questo punto è essenziale, - prosegue
Amici -poiché la vera sfida riguarda la realizzazione concreta
di un piano che non solo risolva le difficoltà economiche
dell'azienda, ma tuteli anche il capitale umano, evitando che il
piano diventi solo una mera operazione numerica priva di visione
a lungo termine e senza fare riferimento alla responsabilità
sociale".
Se per Comunanza la notizia offre un margine di ottimismo, la
situazione di Fabriano "appare più critica, con circa 350
esuberi previsti". "Fabriano è un pilastro strategico per il
comparto elettrodomestico e i numeri della crisi sono
allarmanti", sottolinea il vicepresidente di Uncem Marche,
Giancarlo Sagramola. "Servono interventi tempestivi e concreti
per tutelare il tessuto economico locale e le centinaia di
famiglie coinvolte. Il Governo deve mettere in campo misure di
sostegno adeguate, affiancate da un piano di
reindustrializzazione mirato".
In questo contesto, Uncem Marche sostiene l'auspicio del
sindaco di Comunanza, Domenico Sacconi, affinché il Governo
introduca misure di defiscalizzazione temporanea per salari e
stipendi nell'area. "L'impatto della riorganizzazione di Beko si
innesta in un contesto già fragile, segnato dalle conseguenze
del terremoto del 2016", evidenzia Sacconi. "Un intervento
fiscale mirato per 4-5 anni potrebbe offrire una boccata
d'ossigeno alle imprese locali e contribuire alla salvaguardia
dell'occupazione. Il sistema produttivo del nostro territorio,
d'altronde, si basa su una rete di piccole e medie imprese
altamente specializzate, che collaborano tra loro creando una
filiera integrata e diffusa che vedeva in Beko un punto di
riferimento importante".
In questo scenario, conclude Uncem Marche, "resta alta
l'attenzione sul futuro del settore industriale e sulle
intenzioni di Beko riguardo agli investimenti nelle Marche. Il
prossimo incontro, previsto per il 24 febbraio, sarà un
passaggio chiave per ottenere risposte concrete sulle
prospettive occupazionali e sul rilancio produttivo delle aree
interne".
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