Nelle Marche, il trend degli
infortuni sul lavoro mostra un miglioramento negli ultimi anni,
ma persistono aree di forte criticità. Tra il 2008 e il 2013 si
è registrato un calo significativo del 32,80% degli infortuni
denunciati, a fronte di un dato nazionale fermo a -20,60%. Il
risultato fu trainato da ingenti investimenti pubblici - fino a
800mila euro l'anno - e da una stretta collaborazione tra
Regione, Inail e altri attori della sicurezza. Tra il 2014-2018
il calo è stato del 6,80%, mentre nel 2019-2024 (escludendo gli
anni pandemici) si è fermato al -12,80%. L'indice di frequenza,
ovvero il rapporto tra il numero degli infortuni e la
popolazione lavorativa rivela che le Marche hanno una media
regionale superiore alla media Italia (+2,18) con i dati più
critici nelle province di Ancona (+2,10) e Pesaro Urbino
(+1,79).
I dati, relativi all'anno 2024, segnano un -2,20% (380 casi in
meno denunciati), passando da 17.056 infortuni del 2023 a 16.676
del 2024, in controtendenza rispetto al dato nazionale che è in
crescita. Tutte le province della regione Marche registrano un
lieve decremento, salvo quella di Fermo che evidenzia un aumento
degli infortuni di +81, (+6,33%).
La Uil Marche ha incontrato i Prefetti della Regione in
occasione della Giornata sulla sicurezza nel lavoro per
consegnare il Dossier sugli infortuni nelle Marche e il Focus
Amianto, realizzati dal Centro Studi e dal Coordinamento Amianto
del sindacato, dai quali sono stati estrapolati i dati sugli
infortuni sul lavoro (in calo) e delle malattie professionali
che crescono: nel 2024 ne sono state denunciate 7.725 (+14,08%
rispetto al 2023). "Su questo tema gravi sono i ritardi del
sistema istituzionale della prevenzione a tutti i livelli, anche
perché le malattie professionali non sono solo causa di gravi e
durature inabilità, ma producono anche un numero elevatissimo di
decessi, anche superiori a quelli che avvengono per eventi
infortunistici, come ad es. mesoteliomi e altri tumori
professionali", denuncia la segretaria generale della Uil
Marche, Claudia Mazzucchelli. Per quanto riguarda l'amianto, a
oltre trent'anni dalla sua messa al bando, nelle Marche si
registrano ogni anno oltre 150 decessi collegati
all'esposizione, su circa 4.400 a livello nazionale. La regione
risulta tra le più virtuose nel censimento (55% della mappatura
nazionale è opera di Piemonte e Marche), ma le attività di
bonifica restano estremamente limitate. "Manca ancora il nuovo
Piano Regionale Amianto e per questo sollecitiamo un'immediata
accelerazione dei lavori. Occorre rafforzare la sorveglianza
sanitaria per ex esposti e lavoratori a rischio, oggi ancora
insufficiente", conclude la segretaria Mazzucchelli proponendo
l'aggiornamento della mappatura dei siti contaminati, incremento
dei finanziamenti per le bonifiche, creazione di discariche di
prossimità, tracciabilità dell'amianto bonificato, sviluppo di
campagne informative, e istituzione di un Comitato Regionale
Amianto per monitorare l'attuazione del futuro piano.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA