"Non voglio rubare la scena a
questa piazza meravigliosa, perché la scena è tutta vostra,
delle antifasciste e degli antifascisti che sono qui".
Emozionata Lorenza Roiati, titolare dell'attività 'L'assalto ai
forni', al corteo antifascista ricostruisce il caso che ha
scatenato tensioni e minacce nei suoi confronti.
"Il 25 aprile ad Ascoli è successo qualcosa di rilevante. Un
video girato da una comune cittadina in poche ore ha fatto una
decina di migliaia di visualizzazioni in tutta Italia ed è stato
ripreso dalle principali testate nazionali, arrivando fino in
Parlamento. E questo significa che qualcosa di rilevante è
accaduto". Lorenza spiega "a volte una cosa piccola ci fa capire
la direzione che la realtà sta prendendo molto più delle cose
immense e spaventose che ci paralizzano".
Quello che è accaduto - spiega in mezzo alle centinaia di
persone che hanno sfilato ad Ascoli oggi - "dimostra quanto in
questo momento si voglia indebolire il dissenso con gesti
plateali rivolti a persone e gruppi già marginalizzati, come i
migranti, le persone povere, gli attivisti, tutti coloro che
sono colpiti dai decreti sicurezza.
E' accaduto "un fatto piccolo" ammette che però racconta "di
come i nostri governanti si comportano in un clima di crescente
tensione, in una società minacciata dal disastro ecologico e che
viene preparata al riarmo europeo mentre assistiamo inermi allo
sterminio per fame del popolo palestinese dove la guerra viene
normalizzata nel dibattito quotidiano". Mentre "l'antifascismo
ci ricorda che il nostro paese si risollevò dallo sfacelo della
guerra e della dittatura dicendo mai più ingiustizie sociali,
mai più disparità di classe, mai più guerre".
L'imprenditrice ha ricordato "il silenzio"
dell'amministrazione comunale di Ascoli Piceno, "compatto e
politico" che ha cercato "di farmi sentire isolata dal resto
della città. Non ci sono riusciti". Ma chiarisce che "non
vogliamo giudicare il comportamento degli agenti, che eseguono
ordini che vengono impartiti dall'alto, ma vogliamo capire da
dove sono arrivati questi ordini". Lorenza si "dissocia" dalla
violenza e del linguaggio violento dei social ed esprime
"solidarietà a chi ne è stato colpito". Ma aggiunge: "i violenti
non siamo sicuramente noi che appendiamo striscioni di esultanza
festosa in un giorno di festa nazionale, nemmeno i ragazzi e le
ragazze del collettivo Caciara (che hanno promosso il corteo di
oggi, ndr) che hanno scelto di fare opposizione politica con uno
striscione a Colle San Marco".
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