(di Giorgia Bentivogli)
Una banda di professionisti, almeno
tre viste le dimensioni di quel che hanno rubato. Che ha agito
su commissione, con ogni probabilità di alto livello. E'
l'ipotesi degli investigatori che devono far luce sul furto del
'Madonna con i santi Giovanni Evangelista e Gregorio Taumaturgo'
dipinto dal Guercino nel 1639 e sparito dalla chiesa di San
Vincenzo, pienissimo centro storico di Modena. Un'opera di
grandi dimensioni, pregiata al punto da essere appena stata
esposta in mostra alla Venaria Reale a Torino.
Il suo valore viene definito inestimabile. Si è parlato di 6
milioni di euro. Ma non era assicurato. "Ci abbiamo pensato a
suo tempo, ma assicurare i tesori che ci sono in San Vincenzo è
pressoché impossibile. Ci sono tanti capolavori", ha spiegato
Don Gianni Gherardi, rettore della chiesa. "Ci ponemmo a suo
tempo il problema ma non è praticabile. Una forma di
assicurazione sui furti nelle chiese è una cosa impossibile".
Per cercare di rintracciare i ladri saranno analizzati
tabulati telefonici e immagini delle telecamere di sicurezza e
degli accessi al centro. Non ce ne sono di puntate sulla chiesa,
ma gli inquirenti scandaglieranno le immagini registrate dalle
tante puntate sui luoghi 'sensibili' della zona di Corso
Canalgrande: tanto per fare un esempio il tribunale (che un
tempo era il convento connesso alla chiesa) sta solo a 30 metri.
Si cerca un furgone di grosse dimensioni. Perché il capolavoro
stesso è ingombrante: 293 cm per 184,5 e, completo del telaio in
legno di sostegno (che non è stato ritrovato), arriva a 332 per
230. La tela quindi, anche vista la tecnica ad olio con cui è
realizzata (che mal sopporterebbe di venire arrotolata), deve
essere stata caricata su un furgone capace di contenerla. E di
notte. "Qualcuno domenica la termine della messa delle 11 si è
fatto chiudere in chiesa - ha ipotizzato Don Gherardi - e poi o
domenica notte o lunedì notte ha rubato. Di giorno è
impossibile: corso Canalgrande è una delle principali del centro
di Modena". Durante la messa il prete non notato nulla di
strano. Alla fine il sagrestano, che deve controllare che
nessuno resti dentro, ha chiuso la porta.
I ladri però, aggiunge, hanno agito "senza che se ne
accorgessero i militari che fanno guardia al tribunale". E la
centralità del luogo, nel cuore della città emiliana, in effetti
sta sollevando polemiche in città. Non a caso il prefetto
Michele di Bari ha sollecitato un rafforzamento dei controlli.
Ma qualche tensione istituzionale si è sentita. La Fondazione
Cassa di risparmio di Modena, dopo che ieri era stato detto che
l'allarme era stato spento perché troppo oneroso da gestire
quando erano finiti i suoi finanziamenti, ha puntualizzato di
non aver mai ricevuto nuove richieste di sostegno. La
Soprintendenza ha spiegato che proprietaria del quadro è la
parrocchia di San Biagio, cui spetta anche l'onere della sua
custodia.
Le indagini sono affidate a polizia e nucleo tutela
patrimonio culturale dei carabinieri. L'ipotesi di reato del
fascicolo contro ignoti (affidato al pm Claudia Ferretti) è
ovviamente furto. Saranno valutate aggravanti come quella del
fatto che hanno agito più persone, e che è stata sottratta una
cosa esposta alla pubblica fede. L'impressione è che trafficanti
di opere abbiano agito su commissione di qualcuno la cui
attenzione magari si è accesa dopo aver visto il quadro alla
Venaria. Il timore è che il dipinto sia già arrivato a
destinazione. Anche Don Gherardi ne è convinto: "è una opera 'da
chiesa', non 'da ornamento', quindi c'è un maniaco che vuol
tenere un quadro del genere dentro un caveau...". Non crede
invece all'ipotesi che l'opera venga smembrata per venderne le
figure ("perderebbe valore"). Nè sono arrivate richiesta di
riscatti: "E' un'ipotesi che qualcuno fa, ma a noi non è
arrivato nulla".
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