"È un disco fuori dal tempo,
qualcuno lo ha definito 'novecentesco'. È ispirato alle imprese
e ai naufragi del gabbiere Maqroll, il marinaio raccontato dallo
scrittore colombiano Alvaro Mutis, le cui parole sono finite
nella meravigliosa 'Smisurata preghiera' di De Andrè". Federico
Sirianni, genovese, uno dei più celebrati cantautori della nuova
scuola italiana, finalista del Premio Tenco con il suo nuovo
album, 'Maqroll', ne parla così e sale sul palco a Torino, sua
città d'adozione, per la rassegna Filodinote al Lambìc, il 12
ottobre.
Maqroll non è solo un disco di canzoni. L'album infatti è
contenuto in un libro che raccoglie un'antologia di scrittori,
poeti, illustratori e fotografi, da Enrico Remmert a Remo
Rapino, da Anna Lamberti-Bocconi a Bruno Morchio, da Vincenzo
Costantino Cinaski a Guido Catalano, da Roberto Mercadini a
Martha Canfield, traduttrice e amica di Alvaro Mutis. Ognuno
nella propria forma espressiva ha contribuito a questo racconto
di viaggio, definito "La ballata dell'incollocabilità".
"Come a riannodare un filo che mi lega a Faber per
collocazione geografica e antica conoscenza - spiega Sirianni -
le parole di Mutis sono entrate anche nelle mie canzoni per
raccontare, in un metaforica navigazione, il viaggio delle
esistenze umane, tra partenze e approdi, tempeste e bonacce,
sirene e naufragi. La colonna sonora di questo racconto,
affidata a Raffaele Rebaudengo, musicista degli GnuQuartet e a
Filippo FiloQ Quaglia, producer di musica elettronica è
un'ambientazione 'a pelo d'acqua', in cui gli strumenti più
classici, chitarra, pianoforte e archi, interagiscono con un
costante rumore di fondo prodotto dall'elettronica che
riecheggia l'onda, il fasciame scricchiolante della stiva, le
interferenze, le bussole e gli strumenti di bordo".
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