"Ho trovato a Torino un teatro di
prima classe, non lo dico perché devo fare carriera. Mi sono
battuto tutta la vita per la cultura. I teatri dovrebbero essere
aiutati in modo massiccio dallo Stato". Lo ha affermato il
Maestro Riccardo Muti che torna al Teatro Regio di Torino per
dirigere Don Giovanni, leggendario capolavoro di Wolfgang
Amadeus Mozart. Chiara Muti, sua figlia, firma la regia del
nuovo allestimento realizzato in coproduzione con il Teatro
Massimo di Palermo. Protagonista delle cinque recite dal 18 al
26 novembre è un cast di altissimo livello: Luca Micheletti,
Jacquelyn Wagner, Mariangela Sicilia, Giovanni Sala, Alessandro
Luongo, Francesca Di Sauro, Leon Košavić e Riccardo Zanellato.
Reale Mutua, che da anni è accanto al Teatro e ne sostiene
l'attività, è sponsor della produzione di Don Giovanni. Il Coro
del Teatro Regio è istruito da Andrea Secchi. Le scene sono di
Alessandro Camera, i raffinatissimi costumi di Tommaso
Lagattolla e le luci di Vincent Longuemare. Maestro al
fortepiano è Alessandro Benigni. "La sparizione delle Orchestre
Rai è stato un crimine, dovremmo vergognarci. Quanti concerti e
opere si vedono in tv? Spesso c'è una ghettizzazione, è grave
che si mandi in concerto alle 2 di notte usandolo come un
sonnifero. Alla cultura si danno gli spiccioli", ha detto Muti.
Poi ricorda le sue origini mezze pugliesi e scherza sulla
parodia di Checco Zalone nel nuovo spettacolo. "E' un momento
importante per la mia notorietà. Quando arriva a Ravenna (il 4 e
5 dicembre), gli faccio una sorpresa, mi metto in prima fila.
Non lo scrivete perché vi vengo a trovare sotto casa", dice ai
giornalisti.
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