Indaga la condizione umana nel
lavoro la quarta edizione del Job Film Days, diretto da Annalisa
Lantermo, ai cinema Massimo, Centrale Arthouse e Greenwich
Village di Torino dal 3 all'8 ottobre. Sono attesi 65 film da 31
nazioni, con 14 anteprime italiane e un focus dedicato
all'Africa subsahariana con quattro co-produzioni che raccontano
le lotte per i diritti e per il lavoro dalle zone a sud del
Sahara. Il festival continua a crescere, anche nel numero di
partner (oltre 60) .
Ad aprire, il 3 ottobre alle 21 al cinema Massimo sarà il
film Da-eum-so-hee (Next Sohee) del coreano July Jung, mentre la
chiusura sarà affidata a Tres en la deriva del acto creativo
(Three in the Drift of the Creative Act) del regista argentino
Fernando E. Solana, al Massimo come anteprima nazionale (8
ottobre, ore 20) dopo la cerimonia di chiusura e la consegna dei
premi. Nel concorso lungometraggi, al quale sono ammesse anche
opere di finzione, sono in gara 7 film per il Premio
cinematografico Lavoro 2023 Jfd Inail Piemonte. La giuria è
presieduta da Paolo Mereghetti, critico cinematografico del
Corriere della Sera, e composta da Giulia Muggeo (docente al
Dams di Torino), Ike Nnaebue (regista con un film fuori concorso
al festival nel focus africano), Antonella Onofri (direttrice
Inail Piemonte) e Filippo Ticozzi (regista). Le proiezioni
saranno precedute da brevi pillole realizzate da Rai Teche. Sono
in totale 50, tratte da La donna che lavora (1959), inchiesta di
Ugo Zatterin e Giovanni Salvi sulla condizione della donna
nell'Italia di fine anni Cinquanta.
"Questa quarta edizione - spiega Lantermo - consolida il
legame che il festival ha costruito con il territorio,
rafforzando le collaborazioni con i partner precedenti e
inserendone di nuovi, con il risultato di presentare con i film
ed eventi realtà molto diverse del mondo del lavoro e anche il
modo diverso di fare cinema o di utilizzo degli archivi".
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