"Ho cominciato a pensare che avrei
voluto dirigere un'orchestra quando avevo quindici anni. E'
stato sempre il mio sogno, ma non è stato facile. Il mio
professore del Conservatorio mi trattava malissimo. I primi
cinque anni sono stati terribili, l'orchestra non mi
rispettava". Nathalie Stutzmann, direttrice d'orchestra e
contralto francese, parla del suo 'difficile inizio' a pochi
giorni dal debutto sul podio del Teatro Regio, il 25 novembre
alle 20 per la Stagione dei Concerti 2023-2024. Stutzmann è la
direttrice musicale dell'Atlanta Symphony Orchestra e la seconda
donna nella storia a dirigere una grande orchestra americana. E'
anche direttore ospite principale della Philadelphia Orchestra.
"Ho davvero vissuto giorni orribili, ho anche pensato di
smettere, ma io sono un guerriero e ho sempre creduto nella
possibilità di avere un giorno un'orchestra", racconta Nathalie
che è una delle personalità musicali più importanti del nostro
tempo. "Oggi le cose stanno cambiando, ci sono più opportunità
anche per le donne di affermarsi, anche se qualche volta si fa
solo per mostrarsi politically correct. In qualche Paese è
ancora difficile, l'Italia non è troppo avanti, ma neppure
indietro. I paesi più moderni sono l'America e la Scandinavia",
spiega. "Io non penso mai di dirigere perché sono una donna, ma
perché sono un maestro", afferma. Concorda il sovrintendete del
Regio, Mathieu Jouvin: "E' una questione di tempo, il
cambiamento è in corso".
Al Regio Nathalie Stutzmann salirà sul podio il 25
novembre, Giornata internazionale per l'eliminazione della
violenza contro le donne: "non l'abbiamo scelta apposta la data,
ma per motivi di calendario. Ci sembra giusto però dedicare il
concerto a quella Giornata", spiega Jouvin. Il programma del
concerto è raffinato e passionale con tre creazioni molto
diverse: Le tombeau de Couperin di Maurice Ravel, l'Ouverture
dal Tannhauser di Richard Wagner e la Sinfonia n.6 Patetica di
Cajkovskij. Poi tornerà al Regio dal 17 al 26 maggio per Der
fliegende Hollander (L'Olandese volante) di Richard Wagner.
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