Il punto esatto in cui rocce
originatesi negli oceani della Tetide sovrastano rocce di
origine continentale, confermando la teoria che attribuisce la
formazione delle Alpi allo scontro tra le placche continentali
africana ed europea: si può osservare nelle tre ore di
esplorazioni che offrono le visite guidate nelle ex miniere di
talco Paola e Gianna di Prali (Torino), gestite dall'Ecomuseo
delle miniere e della Valle Germanasca. Riprendono da sabato 15
marzo: anche nel 2025 la Città metropolitana di Torino riconosce
infatti col suo patrocinio il valore culturale e storico delle
iniziative dell'ecomuseo, che dagli Anni Novanta valorizza le
tradizioni e le installazioni minerarie delle Valli Chisone e
Germanasca.
Il percorso, con maxi-cartografie, videoproiezioni e
installazioni multimediali, una "finestra" di interpretazione
geologica, luci, suoni e voci narranti, apparecchiature e
scenografie, conduce i visitatori attraverso gli anfratti, le
gallerie e le strutture di una miniera aperta oltre sessant'anni
fa e usata fino al 1995 per estrarre un talco bianco purissimo,
apprezzato in tutto il mondo.
L'attività estrattiva è stata il motore economico delle due
valli e ne ha caratterizzato il paesaggio. A fine degli Anni
Ottanta la coltivazione del talco sembrava al capolinea: i
macchinari arrugginivano, le strutture rischiavano di crollare,
gli archivi si dissolvevano. Nel 1993 l'allora comunità montana
Valli Chisone e Germanasca, sull'esempio di progetti di successo
in Gran Bretagna, Francia, Germania e Austria, avviò,
nell'ambito di una cooperazione transfrontaliera, un progetto
turistico-culturale di conservazione e valorizzazione del
patrimonio minerario. Nel 1998 nacque ScopriMiniera: erano i
tour guidati nelle gallerie della miniera Paola, fino alla
creazione del progetto di un Ecomuseo del territorio della Val
Germanasca, riconosciuto nel 2003 dalla Regione Piemonte. A
ScopriMiniera si è affiancato da alcuni anni il percorso
ScopriAlpi nella miniera Gianna, dove, a quasi 2 chilometri di
profondità, le gallerie hanno intercettato il contatto tra le
due placche tettoniche e la cicatrice che testimonia lo scontro
avvenuto 65 milioni di anni orsono tra i due continenti.
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