La rete delle accademie di filiera
del Piemonte e le imprese si uniscono per trasformare la lotta
allo spreco alimentare in un'opportunità di innovazione e
sostenibilità. Formazione, ricerca e nuove strategie di
valorizzazione dei residui agroalimentari possono aiutare nella
creazione di una cultura antispreco che rafforzi il tessuto
imprenditoriale e tuteli l'ambiente. Questi i temi dell'incontro
di oggial grattacielo della regione Piemonte, a cui hanno preso
parte Elena Chiorino, vicepresidente regionale e assessora alla
formazione professionale del Piemonte e Silvana Rasello,
presidente delle accademie Agrifood e Turismo e montagna.
Ogni anno nel mondo - secondo i dati presentati da Giuseppe
Zeppa, professore del dipartimento di scienze agrarie, forestali
e alimentari dell'università di Torino - viene persa circa il
40% della produzione alimentare, pari a 2,5 miliardi di
tonnellate di cibo e il 43% dei prodotti coltivati non viene
consumato. In Italia la perdita ammonta a circa 20 milioni di
tonnellate di cibo tra la fase di coltivazione e la vendita.
L'osservatorio Waste Watcher ha calcolato che nel 2024 lo spreco
alimentare nelle famiglie italiane ha toccato i 29,5 kg, con un
aumento di due chili rispetto all'anno precedente.
"La lotta allo spreco alimentare non è solo una questione
etica, ma anche un'opportunità per innovare e creare valore. Le
accademie di filiera del Piemonte rappresentano uno strumento
strategico per formare le nuove generazioni e supportare le
imprese nella sfida della sostenibilità reale", ha dichiarato
Chiorino.
Dall'inizio dell'attività, a ottobre 2024, l'accademia
Agrifood ha presentato 29 corsi per un totale di 162
partecipanti, mentre i corsi per l'accademia Turismo e montagna
sono stati 17, per un totale di 113 partecipanti. La maggior
parte delle aziende che hanno attivato i corsi sono micro e
piccole imprese.
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