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Occhi a rischio nello spazio, al via uno studio in Italia

Occhi a rischio nello spazio, al via uno studio in Italia

Una ricerca sulla sindrome associata ai voli spaziali

TORINO, 02 maggio 2025, 13:18

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel 2005 fu diagnosticato per la prima volta un edema della papilla oculare a un astronauta americano al ritorno da sei mesi sulla Stazione spaziale internazionale e il caso segnò la nascita della Sans, la sindrome neuro-oculare associata ai voli spaziali che comporta alterazioni del globo oculare, appiattimento del bulbo e spostamento ipermetropico dovuti alla microgravità. In alcuni casi, i danni alla vista sono permanenti. Per studiare il fenomeno nasce il progetto internazionale coordinato da Torino, con la Città della Salute e della Scienza, in collaborazione con la Nasa e le Università di Houston, Sydney, Wellington, il Politecnico di Torino e l'Università Bicocca di Milano.
    L'obiettivo è mettere a punto un modello per identificare soggetti a rischio e sviluppare uno stress test da fare a Terra.
    Alla base dello studio c'è l'intuizione secondo cui alcune condizioni della chirurgia laparoscopica riproducono effetti simili a quelli che la fisologia umana sperimenta in condizioni di microgravità. In particlare, durante gli interventi di chirurgia laparoscopica i pazienti sono supini e inclinati in modo che la testa sia più in basso del bacino, con alterazioni della circolazione simili a quelle registrate in orbita.
    Nella ricerca saranno coinvolti pazienti tra 40 e 75 anni, sottoposti a chirurgia mininvasiva con durata superiore a 120 minuti. Sono previsti esami oftalmologici pre e post intervento, e il monitoraggio della pressione oculare durante l'operazione.
    I dati raccolti saranno condivisi con i centri di ricerca per sviluppare modelli di intelligenza artificiale capaci di analizzare la Sans e individuare fattori predittivi.
   

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