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Carceri: 'orti verticali' anche a Napoli

Carceri: 'orti verticali' anche a Napoli

E a Caserta, realizzati da detenute Lecce con 'Made in carcere'

BARI, 22 aprile 2015, 17:48

Redazione ANSA

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Aromi mediterranei, erbe officinali, ortaggi, fragole: c'è spazio per tutto questo anche dove spazio non c'è e sono gli 'orti verticali' nati da un progetto di 'Made in carcere', marchio creato a Lecce nel 2007, grazie a Luciana Delle Donne, fondatrice di Officina Creativa, una cooperativa sociale, non a scopo di lucro, che produce manufatti (borse, accessori, originali e tutti colorati), tutti confezionati da detenute del carcere. Gli 'orti verticali', dopo essere entrati nel carcere di Lecce, saranno utilizzati anche nell'istituto carcerario di Napoli e nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere. Per realizzare gli 'orti verticali' vengono utilizzati tessuti che sarebbero destinati al macero e confezionati per contenere terra, semi e piante, e, grazie ad una originale soluzione, è possibile coltivare e sentire gli odori della terra e delle erbe anche - dicono le ideatrici della iniziativa - "dove meno te lo aspetti". Sono 16 le differenti specialità aromatiche e poi ortaggi e soprattutto tante fragole contenuti negli orti verticali di varie misure che adesso crescono nei due penitenziari. Orti portatili, da appendere al muro e da indossare, provocatoriamente, come borsetta. Il direttore del Carcere di Poggioreale (Napoli) e il Comandante del Carcere Militare di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), "hanno accolto con entusiasmo - si legge nella nota di 'Made in Carcere' - gli orti realizzati ad hoc dalle detenute di Borgo San Nicola, al fine di avviare un percorso sperimentale di utilizzo degli orti verticali grandi e piccoli con i reclusi, ai quali così si restituisce la possibilità di godere di un pezzo di natura". Il progetto desidera "avvicinare quante più persone alla Natura ed alla consapevolezza dei suoi ritmi, che non sono quelli del mondo virtuale. E' nato per offrire una sorta di 'nature therapy' a persone in stato di detenzione e andrà oltre, contaminando fiere e scuole". Perchè se in carcere "c'è chi ritrova profumi dimenticati a scuola, invece, c'è chi magari non li ha mai conosciuti davvero e a stento riconosce la differenza tra menta e rosmarino".

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