La rimozione del parroco "non compete
al sindaco. Le norme disciplinari nei confronti di un parroco
non devono venire dal sindaco ma dal vescovo. Non posso
permettere che si confonda il ruolo del sindaco con quello del
vescovo". Così l'arcivescovo di Bari-Bitonto, mons. Francesco
Cacucci, in un'intervista a Tv2000 e inBlu Radio, ha risposto al
sindaco di Grumo Appula, Michele D'Atri, che aveva manifestato
contro il parroco l'incompatibilità con il territorio.
Sul caso della messa in suffragio del presunto boss della
'ndrangheta Rocco Sollecito, ucciso lo scorso maggio in Canada,
mons. Cacucci, ha sottolineato: "Il parroco non doveva prendere
questa decisione senza consultarmi. E affiggere un manifesto in
cui il sacerdote invita la popolazione a partecipare alla
celebrazione ha creato un grave scandalo. Il parroco ha commesso
un grave errore, non solo per non essere stato prudente ma per
aver firmato in prima persona il manifesto. Si poteva fare una
preghiera ma in modo discreto. Non credo che ci possa essere una
connivenza, si tratta soltanto di una mancanza di prudenza. La
Chiesa non ha mai permesso una celebrazione pubblica nei
confronti di chi si fosse macchiato di un delitto. In altri casi
non è stato permesso nemmeno il funerale quando la persona
defunta, pubblicamente si era espressa contro i dettami della
Chiesa".
"In base alle disposizioni del Questore - ha proseguito il
vescovo - ho ritenuto che non fosse assolutamente opportuno
celebrare questa funzione per non creare non solo lo scandalo ma
anche il dubbio che una messa possa essere in onore di un
mafioso".
"Il Questore di Bari - ha aggiunto il vescovo - ha ritenuto
che tale messa potesse compromettere l'ordine e la sicurezza
pubblica trattandosi di una persona in odore mafioso".
"Ci sono dei riferimenti criminali anche nella città di Bari -
ha ricordato mons. Cacucci - ovviamente da parte della Chiesa da
sempre c'è un atteggiamento molto netto. Essendo dunque la
criminalità molto diffusa sarebbe opportuno avere prudenza e
prevenzione anche nell'opera pastorale".
I sacerdoti della Diocesi, ha concluso il vescovo, "sono
stati sempre molto netti" contro la criminalità, e "questo caso
è una vera eccezione".
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