"Antonio De Marco era perfettamente
lucido e orientato, in grado di percepire correttamente la
realtà. Scelse di uccidere con estrema lucidità, scegliendo di
allearsi con il male". E' uno dei passaggi delle motivazioni
della sentenza di condanna all'ergastolo inflitta lo scorso 7
giugno dai giudici della Corte d'Assise di Lecce (presidente
Pietro Baffa), nei confronti di Antonio De Marco, lo
studente di Casarano che la sera del 20 settembre 2020 uccise
con 79
coltellate l'arbitro leccese Daniele De Santis e la sua
fidanzata
Eleonora Manta, nella casa dove lui stesso aveva abitato fino a
pochi
mesi prima. Le motivazioni, sono state depositate questa
mattina. Nelle 160 pagine a firma del giudice estensore Maria
Francesca Mariano, emergono particolari raccapriccianti "De
Marco aveva previsto per Eleonora atti sessuali con tortura
che non ci furono perché la ragazza morì prima", provando "una
invidia maligna verso coloro che avevano ciò che a lui mancava,
maturando nei confronti di queste persone un insano desiderio di
vendetta". Nella sentenza si riporta poi anche quanto riferito
in aula dal pm Maria Consolata Moschettini su quanto scritto da
De Marco: il giovane asseriva che "se avesse un coltello
saprebbe lui cosa fare dei giudici che lo processano". Gli
avvocati di De marco valuteranno se ricorrere in Appello.
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