Riprenderà il 22 settembre il processo di secondo grado del "Caso Alzheimer". Questa mattina in Corte d'appello a Sassari, all'apertura del procedimento, l'avvocato Giuseppe Tempesta, difensore del principale imputato, il neurologo Giuseppe Dore, ha sollevato una serie di eccezioni di incostituzionalità riguardo al processo di primo grado, tutte rigettate dalla Corte, e un'istanza di rinnovamento dell'istruttoria. Davanti al sostituto procuratore generale, Paolo De Falco, gli avvocati di parte civile, Danilo Mattana e Alberto Sechi, delle difese Elisa Vacca e Antonello Pais, la Corte ha rinviato l'udienza a settembre per sciogliere la riserva sull'istanza presentata da Tempesta.
ACCESSO NEGATO ALLA STAMPA - Si è aperto questa mattina nell'aula della Corte d'Appello di Sassari il processo di secondo grado del "Caso Alzheimer", e la presidente del Collegio, la giudice Plinia Azzena, accogliendo la richiesta dell'avvocato della difesa, Giuseppe Tempesta, ha vietato l'ingresso in aula ai giornalisti.
In primo grado il tribunale di Sassari aveva condannato il neurologo di Ittiri, Giuseppe Dore, principale imputato, a 8 anni e 6 mesi di carcere, interdizione per 5 anni da pubblici e uffici e 3 anni e 6 mesi dalla professione medica. Condanna a 4 anni di reclusione e 5 di interdizione dai pubblici uffici per il consigliere regionale Antonello Peru, accusato di avere favorito l'assegnazione di un'ala dell'ospedale di Ittiri al gruppo di Dore. La corte, presieduta dal giudice Mauro Pusceddu, aveva inflitto pene più severe di quelle richieste dal procuratore Gianni Caria, condannando per associazione a delinquere anche gli altri medici imputati, Marinella D'Onofrio (9 anni di reclusione), Massimo Lai (4 anni di carcere), il fisiatra Mario Piredda (3 anni e 6 mesi). Condannati anche il braccio destro di Dore, Salvatore Fadda (4 anni e 3 mesi), Gianfranco Dettori (2 anni), Maria Giuseppa Irde (4 anni e 3 mesi), Stefania Serra (3 anni e 8 mesi), Elena Cossu (3 anni e 8 mesi).
La corte aveva accolto le tesi della Procura secondo cui la terapia di psiconeuroanalisi ideata dallo stesso Dore e applicata nella sua clinica contro l'Alzheimer, non solo non era efficace dal punto di vista medico, ma maltrattava i pazienti ed era una colossale truffa a danno dei malcapitati. Gli imputati sono stati quindi condannati a vario titolo per associazione a delinquere finalizzata alla truffa, abuso d'ufficio, maltrattamenti, lesioni, sequestro di persona e omicidio colposo (per il suicidio di un giovane di Alghero).
Riproduzione riservata © Copyright ANSA