Tre distretti aerospaziali
italiani, il Dass sardo, quello della Campania e quello
dell'Emilia Romagna con i loro soci sono coinvolti nel progetto
Small mission to MarS, "una sonda interamente progettata e
realizzata in Italia da inviare sulla superficie di Marte.
All'interno di questa sonda saranno alloggiati specifici payload
scientifici e tecnologici. Il costo complessivo per realizzarlo
è di 300 milioni di euro e prevede il lancio con il vettore Vega
verso Marte. L'Italia a livello mondiale è ottima nella
progettazione, nella realizzazione e messa in orbita dei
satelliti". Così Giacomo Cao, ingegnere, professore ordinario
dell'Università di Cagliari, a capo del Distretto aerospaziale
della Sardegna e di uno dei più importanti centri di ricerca
italiani, il Crs4 fondato dal premio Nobel Carlo Rubbia, spiega
al giornale son line Beemagazine l'attività del Distretto
aerospaziale sardo e del progetto per Marte.
"All'arrivo in atmosfera marziana viene rilasciato un
satellite intorno a una delle lune del pianeta rosso che si
chiama Phobos, mentre su Marte verranno inviati tre payloads -
si legge nell'intervista rilasciata da Cao - Il sistema di
paracadute per atterrare sulla superficie di Marte è sviluppato
dalla ALI ed è la parte più delicata e complessa del progetto. A
bordo del razzo vettore vi saranno tre payloads che avranno tre
compiti ben specifici: uno è un rilevatore di polveri che
permetterà di studiare il suolo marziano; un altro conterrà un
drone che volerà nell'atmosfera marziana per verificare tutte le
informazioni acquisibili a bassa quota, dalla configurazione
alla conformazione della superficie. Il terzo payload avrà
l'obiettivo di dimostrare che esiste la possibilità di formare
elementi strutturali, dei mattoncini, per realizzare delle
strutture utilizzando la materia prima marziana. Si tratta -
conclude Cao - di un processo brevettato nell'ambito di un
progetto che coordinavo per conto dell'Agenzia spaziale italiana
e che ora, avendone ceduto i diritti, è del Dass. In questo
contesto è intervenuto anche il ministero dell'Università e
della Ricerca Scientifica finanziando il progetto Space
manufacturing in situ".
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