"Nonostante fossero già noti i
rilievi dell'ufficio legislativo dello Stato, la presidente
Todde ha commissariato i vertici delle aziende sanitarie
regionali nel totale disinteresse dei più elementari principi di
prudenza amministrativa e giuridica, bastava attendere due
giorni per evitare una figuraccia".
Va subito all'attacco la minoranza di centrodestra dopo la
notizia di impugnazione del governo della legge sulla
riorganizzazione sanitaria della giunta Todde, che ha disposto i
commissariamenti di Asl e Aou e nominato i nuovi vertici
provvisori.
Il primo a prendere posizione è Fausto Piga, vicecapogruppo
di FdI in Consiglio regionale: "Nessuna sorpresa se la legge
poltronificio è stata impugnata, normale che avvenga quando si
scrivono leggi pasticciate e si governa con una condotta
spericolata. La presidente Todde ha tenuto in ostaggio la
Regione senza bilancio come non accadeva da dodici anni -
rincara -, un ritardo ingiustificabile e devastante, solo per
ipotecare poltrone benché fosse chiaro a tutti che lo spoils
system è vietato dalle leggi italiane".
E ancora: "Persino il Partito Democratico ha preso le
distanze dalla presidente Todde, eppure lei è andata avanti come
niente fosse cercando lo scontro politico con il Governo".
Secondo l'esponente meloniano "ora Todde farà la vittima e
citerà i soliti poteri forti che vogliono fermare la sua pseudo
rivoluzione, ma se dopo un anno di legislatura non c'è un
problema risolto e ai vecchi se ne stanno aggiungendo dei nuovi,
significa che questa legislatura non è in pericolo a causa del
caso decadenza, ma perché non si può governare con una
maggioranza a pezzi". Quindi conclude: "Il campo largo sardo è
una nave che sta affondando, il problema è che ad affondare con
loro è tutta la Sardegna".
Per Umberto Ticca, capogruppo dei Riformatori,
"l'impugnazione della legge sanitaria conferma ciò che dicevamo:
norma inutile per i cittadini, scritta solo per nominare
commissari. Ora anche incostituzionale. E il rischio è che oltre
al danno politico arrivino risarcimenti. A pagare saranno ancora
una volta i sardi".
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