Luigi Lo Cascio, Gaia Insenga, Salvo Arena e Roy Paci per l'inaugurazione tutta siciliana delle "Orestiadi" 2019, a Gibellina, al Baglio Di Stefano. Si parte il 5 luglio con una staffetta teatrale, dal tramonto fino alla notte per "Storie dell'altro mondo, notte di racconti, miti, favole e allunaggi". Una novella di Pirandello: "Ciaula scopre la luna" nella lettura di Luigi Lo Cascio. Tutto il festival fa riferimento alla luna, alla sua luce e al suo mistero, e non solo con Ciaula, che nel buio della notte viene sorpreso dall'astro dell'amore, ma con "Guardia alla luna" di Massimo Bontempelli, con Gaia Insenga e "Notte tempo, casa per casa" di Vincenzo Consolo, con Salvo Arena. Al tramonto il concerto con Alessandro Librio e Lelio Giannetto. Il direttore artistico Alfio Scuderi pone l'accento sulla linea guida di quest'anno: "abbiamo voluto un teatro di narrazione, le grandi storie, da quelle antiche a quelle contemporanee - commenta - quelle storie che costituiscono la nostra memoria, come "Mistero Buffo" che già nel '69 Dario Fo portò tra le baracche di Gibellina, subito dopo il terremoto, oggi torna in scena con Ugo Dighero. Oppure storie antichissime che riprendono vita nella riscrittura di artisti come Marco Paolini che chiuderà il festival con "Il calzolaio di Ulisse" al Cretto di Burri. Della nostra storia artistica fa parte "Palermo Palermo" di Pina Bausch, che torna in scena dopo 30 anni, che ha segnato la vita teatrale della nostra città". Grande spazio Scuderi ha scelto di dare agli artisti siciliani e il 6 luglio è la volta di Roy Paci, che in prima nazionale, porta in scena "Carapace", la storia autobiografica di un bambino che viene salvato dalla musica, si innamora della tromba e finalmente quando ha 9 anni riesce a suonare a un funerale. "Carapace - spiega Roy Paci - è il guscio che protegge certi animali, una corazza che anch'io col passare del tempo ho dovuto costruirmi per proteggermi. Sono cresciuto ad Augusta, l'amore per la musica, per le bande è stata per molti anni la mia unica risorsa, è un territorio che parla di morte e quando 1000 bambini all'anno nascono malformati, è vivere al cospetto della morte. Ecco, nello spettacolo racconto tutto questo".
Domenica 7 luglio con "Il mio nome è Caino" di Claudio Fava con Ninni Bruschetta si chiude il lungo week end di inaugurazione: un racconto di fantasia e realta di un testimone diretto e anche vittima della furibonda guerra di mafia siciliana.
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