Una serata speciale per il ritorno del Festival "Sotto una nuova luce" al Teatro Massimo di Palermo, domenica 13 settembre alle 20,30, con due capolavori poco eseguiti: la magnifica Messa dell'Incoronazione di Mozart K 317, in do maggiore e "Un sopravvissuto di Varsavia" op.46 di Arnold Schonberg, una composizione dodecafonica che è divenuta un classico della narrazione del dolore dell'olocausto. Scritta nel 1779, quando Mozart dovette tornare a Salisburgo per onorare il suo ruolo di organista del potente arcivescovo e aveva solo 23 anni, la Messa dell'incoronazione prende il nome dal suo utilizzo per le incoronazioni di due imperatori Asburgo. Se ne ricorda un'edizione storica, nel 1985, in San Pietro, fortemente voluta dall'allora cardinale Ratzinger, sul podio Karajan, e sull'altare Giovanni Paolo II. Composizione magnifica che presenta anche gli assoli del soprano nel Kyrie e nell'Agnus Dei di una bellezza commovente. Domenica sul podio c'è Omer Meir Wellber, che continua la sua linea artistica associando una Messa e cioè una preghiera all'orrore che nella Storia è entrato con il massacro degli ebrei. E proprio a questo è dedicato l'opera di Schonberg che avrà in scena come narratore Moni Ovadia. Schonberg era esiliato negli Stati Uniti, ma il dolore del più grande sacrificio del popolo ebraico lo raggiunse anche oltre oceano. Il racconto, scritto dallo stesso Schonberg in prima persona, fotografa la vita nel ghetto di Varsavia, con i suoi orrori e i suoi maltrattamenti, il contatto quotidiano con la morte e la sopraffazione, e si conclude con all'unisono tutto il coro maschile, con una delle più celebri preghiere dell'Antico Testamento: Ascolta Israele. Schonberg stesso disse che l'opera doveva essere considerata come un ammonimento al popolo ebraico a non dimenticare mai quello che avevano vissuto.
I solisti della Messa di Mozart sono il soprano Sarah Jane Brandon, il mezzosoprano Maria José Lo Monaco, il tenore Benjamin Hulett, il basso Adam Palka. Il coro è diretto dal napoletano Ciro Visco. La regia è di Marco Gandini, Francesco Vignati è il lighting designer e il video è di Virginio Levrio.
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