Il pm di Palermo Claudio Camilleri
ha chiesto la condanna a 3 anni ciascuno per Piero Messina e
Maurizio Zoppi, ex collaboratori de L'Espresso accusati di
calunnia. I due imputati rispondevano anche di pubblicazione di
notizie false, reato per cui il magistrato ha chiesto la
estinzione per prescrizione.
La vicenda risale al 2015 quando un articolo del settimanale
a firma di Messina e Zoppi rivelò il contenuto di una
intercettazione, poi rivelatasi inesistente, tra l'ex
governatore siciliano Rosario Crocetta e l'ex primario
dell'ospedale Villa Sofia Matteo Tutino, all'epoca indagato per
truffa. Secondo il pezzo pubblicato, Tutino, riferendosi
all'allora assessore alla Salute Lucia Borsellino, figlia del
giudice ucciso dalla mafia, avrebbe detto "va fatta fuori come
il padre".
Dalle indagini svolte dalla Procura dopo l'uscita
dell'articolo, che suscitò aspre polemiche, emerse che della
conversazione riportata non c'era alcuna traccia negli atti
dell'inchiesta. Insomma quel dialogo non c'era mai stato.
Messina ribadì in più sedi di avere sentito il nastro
registrato, versione poi sfumata nel corso delle indagini. Il
giornalista sostenne in un secondo momento che a svelargli il
contenuto della conversazione era stato un ufficiale del Nas,
che, sentito dai pm, ha sempre smentito la circostanza. Da qui
l'accusa di calunnia nei confronti del carabiniere per Messina e
Zoppi.
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