"Quello di Rita Atria è stato un
vero atto sacrificale, non un gesto di resa ma un grido di
ribellione e di condanna di un mondo che l'aveva rifiutata ed
emarginata". Lo ha detto monsignor Domenico Mogavero, vescovo di
Mazara del Vallo, durante l'omelia della messa commemorativa,
oggi pomeriggio nella chiesa madre di Partanna, per ricordare la
collaboratrice di giustizia vicina a Paolo Borsellino che si
tolse la vita 30 anni. "Il suo gesto estremo, purtroppo, non fu
capito da tanti, dilatando anche dopo la morte gli spazi per una
pubblica e diffusa riconciliazione con la sua memoria", ha detto
ancora Mogavero. Il Vescovo ha richiamato Abramo: "Come lui
anche Rita aveva lasciato tutto per iniziare la sua nuova
avventura, il suo sogno alla ricerca del tesoro nascosto della
giustizia e della legalità". Mogavero ha concluso: "Noi oggi
siamo qui per ricordare una ragazza, oggi sarebbe stata una
donna-coraggio, che ha saputo e voluto rifiutare la mafia e le
relazioni mafiose, anche all'interno della sua famiglia, e che
merita di essere lei pure iscritta nel registro dei martiri,
uccisa dalla tragica sequenza delle stragi del 1992".
Alla messa, tra gli altri, hanno partecipato il prefetto di
Trapani Filippina Cocuzza, i sindaci di Partanna e
Castelvetrano, Nicola Catania ed Enzo Alfano, la cognata di Rita
Atria, Piera Aiello;, Giuseppe Antoci; e l'ex sindaco di Napoli
Luigi De Magistris. Prima si è svolto un momento di preghiera
sulla tomba di Rita Atria al cimitero comunale di Partanna.
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