"Don Pasquale", delizioso capolavoro di Gaetano Donizetti, ha avuto la sua "prima" italiana ieri sera al Teatro Massimo di Palermo, che lo produce con l'Opéra di Parigi e il Covent Garden di Londra, e il pubblico lo ha accolto con prolungati e convinti applausi.
Teatro sold out e molto curioso della nuova regia di Damiano
Michieletto, il veneziano che suscita consensi e sospetti per le
sue ardite innovazioni.
E nemmeno questa volta si è smentito.
Don Pasquale è un anziano signore dei nostri giorni, in una casa
infantile, disegnata con il tetto spiovente e il comignolo, con
le luci led e cerca moglie. E' una farsa, lontana parente della
Commedia dell'arte, con i personaggi classici di tante "opere
buffe", ma Michieletto vuole andare oltre e guardare alla
solitudine di Don Pasquale che verrà ingannato, tradito dalla
bella signorina, raggirato dal medico, il diabolico dottor
Malatesta e alla fine, e siamo oltre la fine scritta da
Donizetti, portato in sedia a rotelle in una casa di riposo. Non
è questa la fine che fanno oggi gli anziani? Dunque tutto ha una
sua logica. Nel finale, quando si canta "Ben è scemo chi
s'ammoglia in tarda età", compare sullo schermo di fondo una
foto sorridente di vecchietti riuniti al pranzo.
Bravissimo è il protagonista, Michele Pertusi, un Don
Pasquale che mentre attende la sua bella, si tinge i capelli e
si fa bello. Povero Don Pasquale, vittima di un'impossibile
illusione, farà la fine di chi a tutti i costi vuole inseguire
la giovinezza. Un duo eccellente è quello di Pertusi e Markus
Werba, attori consumati oltre che cantanti di grande esperienza.
La scena di Paolo Fantin si muove su se stessa e mostra una
classica casa borghese nel primo atto, che sarà trasformata nel
secondo, dopo il finto matrimonio, in un appartamento di design
ultra moderno. La sposa inizia a fare spese pazze: abiti,
gioielli, divani, architetti, e le auto, la vera firma del
regista veneziano, una Lancia nel primo atto e nel terzo una
Maserati. Il soprano Giuliana Gianfaldoni è stata una perfetta
Norina, dalla sorprendente trasformazione, una ragazza cinica
che persegue il suo obiettivo: sposare il nipote di Don
Pasquale, dopo avergli "investito" il patrimonio, lo tratta
veramente male e non gli risparmia pure uno
schiaffo. E' aggressiva la ragazza. Bene anche l'Ernesto di René
Barbera e il finto notaio di Enrico Cossutta. E' stato un
successo personale per Michele Spotti, che da podio, ha regalato
al pubblico una lettura brillante, efficace dell'opera. Si
replica fino al 23 febbraio.
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