"Cerco e pratico la tolleranza e
il rispetto di tutti". Omar Hassan, l'artista-boxer che fino a
settembre tiene a Palazzo Reale la mostra "Punctum", si presenta
così ai giovani venuti a visitare la sua mostra. Sono studenti
dell'istituto Parlatore, dell'Accademia di Belle arti e dei
dipartimenti di giurisprudenza e cultura e società
dell'Università di Palermo. È il primo appuntamento ("Students
Vs Ormar") di un ciclo di incontri pensato dalla Fondazione
Federico II per promuovere, dice il direttore generale Patrizia
Monterosso, "il dialogo tra arte e società del nostro tempo".
A Palazzo Reale Hassan espone quindici opere delle quali
sette sono "site specific". Tra queste la mappa di Palermo e
Pax, una Nike di Samotracia incinta che inneggia alla pace. In
un solo mese l'esposizione è stata visitata da 35 mila e 385
persone. Ora si aggiungono i numerosi studenti che dialogano con
Hassan prima nel cortile Maqueda e poi davanti alle sue opere.
Hassan, che cerca un confronto tra l'arte classica e le
avanguardie contemporanee, mette subito avanti al suo messaggio
civile. E dice: "Sono un figlio della tolleranza. Mia madre è
una cristiana-cattolica, mio padre un musulmano. Ci ritroviamo
attorno a valori e a concetti forti che tracciano il percorso di
ricerca delle mie opere".
Dal dialogo con i giovani e i loro professori emerge il
vissuto dell'artista e la sua cultura cosmopolita. Hassan è nato
e vive a Milano e si esprime con una energia che, dice più
volte, "non mi fa dormire la notte e mi sveglia al mattino".
Ogni opera viene accompagnata da una spiegazione di senso.
"Non è giusto - dice Hassan - che il visitatore si interroghi
sul significato di un quadro o di un installazione. Le opere
sono tutte il frutto del mio lavoro e di una tecnica che
attraversa il classico e il moderno, avendo sempre presente che
non bisogna mai avere paura del nuovo".
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