Nel giorno della prima del
documentario su Totò Cuffaro il collettivo Offline torna a
tappezzare di manifesti alcune strade a Palermo. Era già
successo durante la campagna elettorale con slogan "Forza Mafia"
e faccioni di Totò Riina, il capo di cosa nostra e Vittorio
Mangano. Oggi sono apparsi i manifesti con la scritta "Totò
Cuffaro riabilitato e presto beatificato", affissi stamattina in
via Paternostro, a piazza Sant'Oliva e a piazza Castelnuovo. Non
una scelta casuale. Questo pomeriggio alle 18 è prevista la
proiezione del documentario sulle imprese sportive dell'ex
governatore al cinema Al Politeama.
"Ci siamo permessi di offrire le nostre competenze artistiche
- si legge in una nota del collettivo Offline Palermo -
proponendo una locandina ispirata all'opera 1984 di George
Orwell. Inoltre, soffermandoci sull'avvenuta riabilitazione del
maratoneta, c'è sembrato doveroso auspicarne la beatificazione,
con un manifesto posto a latere della locandina summenzionata".
E' prevista tanta gente alla prima. Sono stati venduti tutti i
biglietti. Il regista Marco Gallo in 1768 giorni racconta l'ex
presidente della Regione Siciliana dalla sua uscita dal carcere
fino ad oggi, accompagnando e filmando i suoi giorni in Burundi,
il periodo della pandemia, il ritorno in politica. "Un
documentario - spiega la produzione (la SouthMovie
Comunicazione) - dove emerge il lato umano del politico, passato
dal potere al carcere fino alla riabilitazione", riconosciuta di
recente dai tribunali e sigillata dalla foto sulla locandina del
film: zainetto in spalla, in cammino per le strade dell'Africa,
Totò Cuffaro, direbbe Jack Kerouac, è di nuovo 'on the road'. Il
ricavato della serata sarà devoluto all'associazione
Aiutiamoilburundi onlus e "sarà destinato alle tante attività
umanitarie che da molti anni portiamo avanti in Burundi con
un'attenzione particolare a tantissimi bimbi negli orfanotrofi",
dichiara Stefano Cirillo direttore di Aiutiamoilburundi.
Cuffaro fu condannato definitivamente a 7 anni di reclusione
per favoreggiamento personale verso appartenenti a Cosa nostra e
rivelazione di segreto istruttorio. Recluso a Rebibbia dal 22
gennaio 2011, è stato scarcerato il 13 dicembre 2015.
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