Quella di ieri è stata la notte
dell'orgoglio e del riscatto per uno dei quartieri abbandonati
di Palermo, Danisinni. Riscatto dalle ingiustizie e sofferenze
che dal dopoguerra non trovano il dovuto ascolto da parte della
politica. In questo angolo della città, a due passi da piazza
Indipendenza, dove il centro si fa improvvisamente periferia, il
Teatro Massimo ha portato la musica, un'opera breve, per 50
minuti di gioia. Hanno intonato i cori di "Traviata" di Verdi
persone che cantavano in pubblico per la prima volta, diretti e
condotti alla "prima" da un lavoro di 4 mesi di Salvatore
Punturo e Manlio Messina.
L'entusiasmo per l'esibizione si poteva cogliere in ogni
angolo: dalla piazza alla fattoria creata da un uomo della
provvidenza, Fra' Mauro, che da qualche anno concentra i suoi
sforzi per far uscire il quartiere dalla marginalità e
dall'abbandono. Sessanta i coristi, abitanti di Danisinni,
Sperone e Zen, protagonisti per una sera. "Traviata short" è il
terzo esperimento del Teatro Massimo in quella piazza,
coinvolgendo i residenti, ben disposti a collaborare per la
buona riuscita dell'iniziativa. A cominciare dalle donne del
quartiere, che hanno fritto e distribuito arancine agli ospiti.
Ottima la scelta di creare un'orchestra solo di fiati e di
timpani, diretta da Michele De Luca, che ha restituito la
sonorità di una banda, un suono antico e struggente, con
esecutori giovanissimi e già promettenti. La regia di Marco
Canzoneri ha consegnato Violetta, il suo mito e la sua fine, al
quartiere; mentre la scena di Stefano Canzoneri è un teatrino
molto funzionale che potrebbe portare la musica in ogni piazza
della città. Unica cantante professionista, il soprano Federica
Maggi.
I romani quando conquistavano un territorio costruivano le
strade e un teatro, luogo di aggregazione per eccellenza. Ed
ecco il valore della serata: la musica può essere strumento di
salvezza. Il teatro Massimo ha fatto il suo - e continuerà a
impegnarsi nel quartiere, come ha sottolineato il sovrintendente
del lirico, Marco Betta -, il resto è compito delle istituzioni,
che dovrebbero sentire l'allarme di questa enclave situata a
pochi passi dai palazzi della politica.
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