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'Traviata' a Danisinni, musica nel quartiere ferito di Palermo

'Traviata' a Danisinni, musica nel quartiere ferito di Palermo

Iniziativa del Teatro Massimo, 60 coristi presi tra i residenti

PALERMO, 08 luglio 2023, 11:28

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quella di ieri è stata la notte dell'orgoglio e del riscatto per uno dei quartieri abbandonati di Palermo, Danisinni. Riscatto dalle ingiustizie e sofferenze che dal dopoguerra non trovano il dovuto ascolto da parte della politica. In questo angolo della città, a due passi da piazza Indipendenza, dove il centro si fa improvvisamente periferia, il Teatro Massimo ha portato la musica, un'opera breve, per 50 minuti di gioia. Hanno intonato i cori di "Traviata" di Verdi persone che cantavano in pubblico per la prima volta, diretti e condotti alla "prima" da un lavoro di 4 mesi di Salvatore Punturo e Manlio Messina.
    L'entusiasmo per l'esibizione si poteva cogliere in ogni angolo: dalla piazza alla fattoria creata da un uomo della provvidenza, Fra' Mauro, che da qualche anno concentra i suoi sforzi per far uscire il quartiere dalla marginalità e dall'abbandono. Sessanta i coristi, abitanti di Danisinni, Sperone e Zen, protagonisti per una sera. "Traviata short" è il terzo esperimento del Teatro Massimo in quella piazza, coinvolgendo i residenti, ben disposti a collaborare per la buona riuscita dell'iniziativa. A cominciare dalle donne del quartiere, che hanno fritto e distribuito arancine agli ospiti.
    Ottima la scelta di creare un'orchestra solo di fiati e di timpani, diretta da Michele De Luca, che ha restituito la sonorità di una banda, un suono antico e struggente, con esecutori giovanissimi e già promettenti. La regia di Marco Canzoneri ha consegnato Violetta, il suo mito e la sua fine, al quartiere; mentre la scena di Stefano Canzoneri è un teatrino molto funzionale che potrebbe portare la musica in ogni piazza della città. Unica cantante professionista, il soprano Federica Maggi.
    I romani quando conquistavano un territorio costruivano le strade e un teatro, luogo di aggregazione per eccellenza. Ed ecco il valore della serata: la musica può essere strumento di salvezza. Il teatro Massimo ha fatto il suo - e continuerà a impegnarsi nel quartiere, come ha sottolineato il sovrintendente del lirico, Marco Betta -, il resto è compito delle istituzioni, che dovrebbero sentire l'allarme di questa enclave situata a pochi passi dai palazzi della politica.
   

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