Si intitola "Fra Oriente e Occidente" l'iniziativa che si svolgerà al Museo Riso, a Palermo, che prenderà il via venerdì 8 settembre con la tavola rotonda sul tema "Conoscenza e spiritualità fra Oriente e Occidente", per culminare l'indomani sera, sabato 8 settembre ore 20:45, con lo spettacolo "Il Derviscio di Bukhara" scritto e diretto da Alberto Samonà.
La tavola rotonda è una porta per meglio indagare alcune tradizioni abitualmente definite orientali, che in Sicilia hanno avuto particolare diffusione. Ed è anche un modo per percorrere, attraverso vari itinerari di conoscenza, la "Via della Seta", in un rapporto di comunicazione e scambio che, nei secoli, ha visto viaggiare non soltanto stoffe, pietre preziose e merci varie, ma anche espressioni culturali, tradizioni e forme di conoscenza.
"Il Derviscio di Bukhara"", spettacolo scritto e diretto da Alberto Samonà sulla spiritualità dei sufi, di cui la città di Bukhara in Asia Centrale fu in vari periodi uno dei centri più importanti, è un viaggio, che attraverso narrazioni, musica e danze sufi e persiane, conduce il pubblico fra le magie dell'Oriente. Tra simboli, racconti e analogie proprie del Sufismo, non si tratta di uno spettacolo teatrale, musicale o di danza, ma è semmai un invito alla ricerca interiore e alla scoperta di un universo che si dischiude in una dimensione senza tempo, ancorché antica di secoli. Un gesto di ringraziamento e al tempo stesso, una preghiera. Un incontro che è metafora di un viaggio lungo la "Via della Seta", di cui la città di Bukhara fu tappa fondamentale. Al centro della vicenda narrata c'è l'arte dei tappeti, che in questi luoghi si tramanda da sempre. Ma è anche un racconto d'amore: fra i riferimenti e le fonti a cui si ispira lo spettacolo, infatti, vi sono fiabe e poemi orientali, fra cui la storia di "Leyla e Majnun" di Nizami Ganjavi, poeta persiano del XII secolo d.C.
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