Il 16 e il 17 novembre alle 21.15,
per la 56esima stagione internazionale del Teatro Libero in
scena A Number, spettacolo di Caryl Churchill con la traduzione
di Monica Capuani e la regia di Luca Mazzone con Giuseppe
Pestillo e Massimo Rigo, nella produzione Teatro Libero di
Palermo.
Il 5 luglio del 1996 accade un fatto che cambierà le sorti della
scienza e dell'eugenetica. Avviene, infatti, il primo caso di
clonazione di un essere vivente: la pecora Dolly. Non
sopravviverà a lungo, giusto il tempo per generare riflessioni
sul concetto di unicità e di identità. A partire da questo fatto
di cronaca che mette in discussione le certezze della scienza,
Caryl Churchill, tra le più affermate drammaturghe britanniche,
intesse una storia a due che rimette in gioco e riflette sul
rapporto tra un padre e un figlio. Vi è qualcosa che ha a che
fare con la dimensione più precipua del mito nella scrittura di
a number. Un rapporto fatto di legami ancestrali, non detti che
rimettono in discussione il concetto di unicità e di natura.
Infatti, l'unicità è quella certezza che si è via via sgretolata
lasciando posto alla replicabilità, alla serialità, al consumo.
Natura e contesto sociale divengono, nella scrittura della
Churchill, poli di una nuova contrapposizione che vede Salter,
un padre, e Bernard, un figlio, giocare una danza tra la vita e
la morte. Qui il figlio diventa testimone di un fallimento,
quello del padre, cui si vuole porre rimedio, concedere un'altra
chance, un'altra mano in un gioco dove si ricomincia, perché si
può replicare, forse all'infinito. Una replica che può mettere
in crisi l'Io e il Noi.
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