Torna in scena, dopo più di cinque
anni, al Teatro Massimo di Palermo la fortunata edizione di
"Rigoletto" di Verdi, per la regia di John Turturro e la
direzione di Daniel Oren, sabato 20 gennaio alle 20,30. Nel cast
ritroviamo due dei protagonisti dell'opera: Ivan Ayòn Rivas, il
tenore peruviano che canta la parte del Duca di Mantova e
Amartuvshin Enkhbat, baritono nato in Mongolia, in continua
ascesa e apprezzato in tutto il mondo. Ma nella parte di Gilda,
la sfortunata figlia del buffone di corte, debutta Giuliana
Gianfaldoni, il soprano pugliese che ha avuto successo a Palermo
nel Don Pasquale.
"Ho affrontato parecchie volte il ruolo di Gilda - spiega il
soprano - ma oggi, con la maturità di una donna e non più di una
ragazza, comprendo di più i sentimenti che il personaggio vive.
Cecilia Ligorio ha ripreso la regia di John Turturro che insiste
sulla profondità delle motivazioni di ciascun personaggio. In
molte opere verdiane ricorre il tema del rapporto tra padre e
figli e qui tutto ruota intorno al forte sentimento paterno".
"Rigoletto - prosegue - ha con Gilda un rapporto quasi
morboso, è il suo unico bene, spera che Dio la protegga, veglia
sulla casa. Gilda ha il permesso di uscire solo la domenica per
andare in chiesa, ma di suo padre non sa nulla, non conosce
nemmeno il nome dei genitori, né che lavoro faccia il padre. Sa
però di essere tutta la famiglia. E alla fine Gilda si sacrifica
morendo al posto del duca di Mantova, ma io vi dico che si
sacrifica per salvare il padre, dopo che ha udito Sparafucile
dire 'uccidiamo il gobbo' ". Per il soprano "è un dramma
perfetto dal punto di vista musicale e drammaturgico dedicato a
un uomo deforme nel fisico e nell'animo. Ma anche qui Verdi
mostra una particolare sensibilità politica, quando il gobbo
urla la sua vendetta contro l'arroganza del potere".
Agostina Smimmero è Giovanna, Aleskej Kulagin è Sparafucile,
il killer che finirà per uccidere Gilda e non il duca. Valeria
Giraldello è Maddalena. Le scene di grande effetto sono di
Francesco Frigeri e i costumi di Marco Piemontese. Si replica
fino al 28 gennaio.
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