Sarebbe stato un problema di
"vulnerabilità ai venti estremi" a determinare l'estate scorsa
l'affondamento dello yacht di lusso Bayesian: colato picco al
largo della Sicilia in un disastro che ha provocato la morte del
suo proprietario, il miliardario britannico 59enne Mick Lynch,
magnate delle tecnologie informatiche in rapporti d'affari con
vari servizi segreti come quello britannico o israeliano, di 5
degli ospiti presenti a bordo e di uno dei componenti
dell'equipaggio. A sostenerlo è un rapporto pubblicato nel Regno
Unito sulla base di un'inchiesta tecnica - parallela e separata
rispetto all'indagine giudiziaria delle autorità italiane -
affidata all'UK's Marine Accident Investigation Branch (Maib).
Rapporto che di fatto punta il dito contro possibili
difetti di progettazione del super yacht, realizzato in Italia
Stando a questa ricostruzione, il Bayesian, - affondato
mentre era ormeggiato al largo di Porticello la notte del 19
agosto - non avrebbe resistito alle raffiche, stimate a quasi
130 chilometri all'ora, che risultano averlo colpito con un
angolo di 90 gradi provocando il rovesciamento di oggetti e
suppellettili e una perdita di stabilità, oltre alla caduta
delle 22 persone che in totale erano a bordo. Esclusa invece
qualunque indicazione concreta a sostegno della tesi di
un'inondazione d'acqua a bordo: ipotizzata inizialmente come
potenziale conseguenza di portelloni lasciati aperti per errore
dall'equipaggio. Andrew Moll, capo ispettore del Maib, ha
parlato di "vulnerabilità del natante al vento", sfociata in
un'inclinazione di 70 gradi "irrecuperabile". Una vulnerabilità
inopinata per un maxi yacht di quelle dimensioni e di quel
valore, secondo la Bbc; e di cui il proprietario sarebbe stato
ignaro poiché non richiamata fra le informazioni sulla stabilità
dell'imbarcazione nel libro di bordo.
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