(di Franco Nuccio)
Riapre al pubblico lo Steri di
Palermo, il trecentesco Palazzo Chiaramonte oggi sede del
rettorato, con un percorso museale davvero unico e con tanti
'tesori' da riscoprire. Da sabato 5 giugno sarà infatti
possibile visitare le carceri dell'Inquisizione, la Sala magna
col suo magnifico soffitto trecentesco appena restaurato, ma
soprattutto si potrà riammirare "La Vucciria", capolavoro donato
all'Università da Renato Guttuso che, dopo la trasferta romana
al Quirinale e a Montecitorio, torna nella sua sede naturale con
un nuovo allestimento nella Sala delle armi, che ne racconta la
genesi attraverso foto e video dello stesso artista, contributi
presi dalle Teche Rai e dal "Diario di Guttuso" del 1982 di
Giuseppe Tornatore. Le foto mostrano fra l'altro tutti gli
elementi che il pittore usò per realizzare questa grande natura
morta della Palermo del XX secolo: cesti di frutta, uova, quarti
di carne che fece portare nel suo studio per poterli ritrarre
dal vivo.
Il progetto è stato presentato alla stampa stamattina dal
Rettore Fabrizio Micari e dal direttore del Sistema museale
dell'Università Paolo Inglese. La sistemazione permette
all'osservatore di cogliere appieno il significato e le valenze
pittoriche dell'opera, grazie anche a una sapiente illuminazione
che offre la possibilità di godere di ogni particolare. Nella
sistemazione, curata da Marco Carapezza (Archivi Guttuso), Maria
Concetta Di Natale e per la parte architettonica da Maria Carla
Lenzo, è come se le figure prendessero vita grazie anche
all'ascolto delle "banniate" (le caratteristiche grida dei
venditori per decantare la loro merce e attirare i compratori)
registrate e conservate dal Centro regionale del Catalogo. Sono
voci non molto lontane nel tempo, ma ormai cancellate dal
degrado in cui versa il più importante mercato storico
cittadino.
Poche opere rappresentano Palermo e la sua identità perduta
come "La Vucciria" e pochi monumenti s'intrecciano con la storia
della città come il palazzo che fu dei potenti Chiaramonte, per
poi divenire sede regia e vice regia, poi Tribunale
dell'Inquisizione, quindi Regia dogana e Tribunale civile per
poi negli anni Settanta essere acquisito all'Ateneo, che ne
affidò il restauro a un gruppo di progettazione guidato da Carlo
Scarpa. Grazie alla volontà del Rettore Micari, che conclude il
suo mandato con quest'importante iniziativa, tutto il complesso
dello Steri diventerà un grande contenitore culturale con
l'inaugurazione il 2 luglio del Museo dell'Università nei
"magazzeni" sul retro del palazzo. Il materiale proviene dagli
archivi dell'ateneo, che sono stati catalogati e sistemati. Il
percorso espositivo racconterà la storia dell'Università dalla
sua fondazione nel 1806 per volere di Ferdinando I di Borbone
delle due Sicilie. Saranno esposti oggetti, come la bilancia di
Cannizzaro, e documenti sui primi laureati e sulle prime donne
che hanno conseguito la laurea. A loro, al posto della
pergamena, veniva dato un libretto col sigillo. Si potrà vedere
il documento originale della cacciata dei docenti di religione
ebraica, fra i più valenti studiosi e ricercatori dell'epoca. I
loro nomi sono Maurizio Ascoli, Emilio Segrè, Camillo Arthom,
Mario Fubini e Alberto Dina. La Sala delle Armi ospiterà inoltre
un museo dei Chiaramonte, sempre a cura di Maria Concetta Di
Natale, dove saranno esposti anche manufatti di uso quotidiano
provenienti dal Salinas. Intanto si lavora al recupero del
portico che delimitava il giardino chiaramontano, di cui si
erano perse le tracce perché inglobato nei fondaci di servizio
al porto. Anche questo sarà fruibile dal prossimo luglio.
Il 15 giugno infine sarà aperto al Convento di Sant'Antonino
fuori Porta Maqueda, il primo Archivio storico dell'Università
di Palermo dove saranno consultabili tutti i documenti d'Ateneo.
Lo Steri sarà visitabile dal lunedì al venerdì dalle 15 alle
20; sabato e domenica dalle 10 alle 20.
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