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Povertà ci spaventa, ma Terzo Settore resta ottimista

Povertà ci spaventa, ma Terzo Settore resta ottimista

Ricerca Inc, tra paure anche fame sanità clima e disagio mentale

ROMA, 14 ottobre 2022, 14:28

Redazione ANSA

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La povertà prima di tutto, ma anche l'insicurezza alimentare, il rischio del collasso del sistema sanitario italiano, gli arretramenti nella lotta al cambiamento climatico e il diffondersi del disagio psicologico: sono queste le emergenze che, tra pandemia, crisi economica e guerra, fanno più paura agli italiani e alle associazioni del Terzo Settore.
    E' il quadro che emerge da "Poveri Noi. Il Terzo Settore e la sfida dei nuovi bisogni, dopo i tre anni che hanno sconvolto il mondo", la ricerca svolta da INC Non Profit Lab - il laboratorio dedicato al Terzo Settore di INC Istituto Nazionale per la Comunicazione -, realizzata con il patrocinio di RAI per la Sostenibilità-ESG. Lo studio offre un duplice punto di vista, mettendo a confronto le risposte di un campione di 1000 italiani con quelle degli addetti ai lavori di oltre 70 organizzazioni del Terzo Settore. Contestualmente la ricerca focalizza l'attenzione anche sulle reazioni delle associazioni Non Profit abituate a lavorare nell'imperativo di 'non lasciare indietro nessuno'. Dai dati infatti emerge che il Terzo Settore non è rimasto fermo ad aspettare e si reputa nonostante tutto ottimista. Sulla spinta delle crisi globali le organizzazioni hanno avviato campagne di comunicazione e Fund Raising ad hoc (55%) e aperto progetti legati alle nuove emergenze (45%).
    Aumentano le donazioni, non solo sulle nuove emergenze (52%), ma anche generale (24%). Per contro, alcune ONP evidenziano un calo delle donazioni su tematiche slegate dalle nuove emergenze (19,7%). Circa il futuro del Terzo Settore, il 48% ritiene che saprà rispondere alle emergenze crescenti laddove le istituzioni non riusciranno ad arrivare e il 39,4% pensa che avrà un ruolo fondamentale e socialmente riconosciuto per uscire dalla crisi.
    Si rafforzeranno i rapporti di partenariato con le istituzioni (22,5%) e cresceranno le organizzazioni di secondo livello in grado di fare lobbying (24%).
   

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