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Il cellulare di La Russa jr ai pm, al setaccio chat e foto

Il cellulare di La Russa jr ai pm, al setaccio chat e foto

L'accertamento è irripetibile e non sui contenuti con 'immunità'

MILANO, 15 luglio 2023, 19:07

di Francesca Brunati e Federica Zaniboni

ANSACheck

Leonardo Apache La Russa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Leonardo Apache La Russa - RIPRODUZIONE RISERVATA
Leonardo Apache La Russa - RIPRODUZIONE RISERVATA

Immagini o messaggi scambiati via social che facciano riferimento alla sera tra il 18 e il 19 maggio scorsi e che non siano coperti dalla garanzie costituzionali: è quanto cercano investigatori ed inquirenti milanesi nel telefono sequestrato a Leonardo Apache La Russa - il figlio del presidente del Senato Ignazio - indagato per violenza sessuale in seguito alla denuncia di una sua ex compagna di liceo.

Il decreto di sequestro di una pagina e mezza è stato firmato dal pm Rosaria Stagnaro e dall'aggiunto Letizia Mannella dopo aver sciolto il nodo giuridico relativo alla sim: è intestata allo studio legale di Ignazio La Russa e quindi è sottoposta alla prerogative parlamentari. Da qui la decisione di farsi consegnare solo il cellulare che, è stato accertato, è nella "esclusiva disponibilità" del giovane. Leonardo La Russa ieri attorno alle 19 è stato così convocato in questura, alla presenza del suo difensore, Adriano Bazzoni, dei pm e del responsabile della Squadra Mobile, Marco Calì, per lasciare lo smartphone.

Contro il provvedimento delle Procura la difesa può comunque ricorrere al Tribunale del Riesame, mossa che al momento pare esclusa, mentre - qualora fosse necessario inserire la sim nel cellulare - la magistratura sarebbe obbligata a chiedere alla Giunta per le autorizzazioni del Senato.

Gli accertamenti in ogni caso non sono ancora iniziati. E, ovviamente, verranno effettuati "con esclusione nella successiva analisi di comunicazioni" coperte dall'articolo 68 della Costituzione: riguarderanno immagini rimaste impresse nella memoria e conversazioni o telefonate avvenute attraverso i social che abbiano pertinenza con le indagini. Come la chiamata che Leonardo avrebbe fatto alla presunta vittima il 20 maggio, è riportato nella querela, "utilizzando Instagram" poiché non ha il numero "diretto" della sua ex compagna che però "per paura" non avrebbe risposto.

La settimana prossima dunque, per lasciare il tempo al legale del terzogenito del senatore di Fdi di nominare un eventuale consulente, si procederà alla copia forense del contenuto del dispositivo come accertamento tecnico irripetibile (formula usata in molti casi) e quindi con tutte le garanzie offerte dalla legge. Dopo di che cominceranno le analisi vere e proprie dei contenuti selezionati in base a parole chiave che verranno stabilite in accordo tra le parti.

Inquirenti e investigatori che stanno lavorando al caso non sperano di trovare prove schiaccianti o la foto che 'blinda' le indagini. Però ritengono di poter ottenere spunti per accertare quanto è accaduto sia durante la serata all'Apophis, il club esclusivo dove i due giovani un tempo compagni di scuola si sono rivisti dopo essersi persi di vista (sono già cominciate le audizioni di altri giovani presenti nel locale), sia nelle ore successive. Si vuole appurare se la giovane, poi risultata positiva alla cocaina, alla cannabis e alle benzodiazepine (assume regolarmente tranquillanti) sia stata stordita e poi abusata.

Lei stessa ha messo nero su bianco, di avere "ricordi della notte vaghi in quanto drogata. L'unico dato certo che posso riferire - è scritto nella querela - è che Leonardo mi ha dato un drink, mi ha portato a casa sua, senza che io fossi nelle condizioni tali da poter scegliere" e poi "ha ammesso di aver avuto rapporti sessuali, lui e l'amico, sempre a mia insaputa". Un racconto ancora tutto da verificare e che il giovane La Russa ha sempre smentito dicendo che la scelta di andare a casa sua era "condivisa".
   

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