Nel giudizio con il quale è stata bocciata la proroga delle concessioni balneari fino al 2033, il Consiglio di Stato ha sbagliato a non ammettere nel giudizio i rappresentanti di Sib-Confcommercio, Assonat e Regione Abruzzo che invece hanno diritto a partecipare e a dire la loro, nel contraddittorio, come portatori di interessi economici e dei territori. Lo sottolineano le Sezioni Unite civili della Cassazione nel verdetto 32559 che ha annullato con rinvio, a una nuova adunanza, la decisione dei giudici amministrativi emessa nel novembre 2021.
Una decisione che fa esultare la maggioranza del centrodestra. "Alla luce di questa sentenza, ma soprattutto dei lavori svolti dal tavolo tecnico sulla mappatura delle coste, il governo vada avanti su tutti i fronti per dare futuro e continuità alle imprese italiane", dicono Maurizio Gasparri, Deborah Bergamini e Roberto Bagnasco di Fi. "Come Lega, portiamo avanti da anni una battaglia di buonsenso a tutela del comparto che oggi trova ulteriore conferma. Affermiamo da sempre - sottolineano i parlamentari Massimiliano Romeo e Roberto Marti - gli effetti distorsivi della direttiva Bolkestein e, quindi, la giusta direzione del progetto portato avanti dal governo e approfondito ancor più nel tavolo tecnico da noi fortemente voluto". "Il settore balneare - aggiungono i leghisti - è importante per l'economia del nostro Paese e noi continueremo il lavoro serio condotto fino ad oggi". Ad avviso dell'europarlamentare di FdI Carlo Fidanza, "il venir meno di quella sentenza, che noi abbiamo sempre criticato per il suo palese esondare dalle competenze della giustizia amministrativa, nonché il riconoscimento da parte della Suprema Corte del legittimo operato di governo e Parlamento, rafforzano la necessità di utilizzare questa finestra temporale per varare una norma nazionale di riordino del settore".
Ci sarà adesso un nuovo giudizio nel quale troveranno ascolto i tre soggetti esclusi e 'riammessi'. Solo sul punto dell'esclusione, infatti, si sono pronunciati gli 'ermellini', non sul merito delle norme. "Le Sezioni Unite civili hanno accolto i ricorsi e cassato la sentenza impugnata nella parte riguardante l'estromissione dal giudizio delle associazioni di categoria e di una Regione, ravvisandovi - sottolinea la nota della Suprema Corte - un diniego di giurisdizione, e hanno rimesso al Consiglio di Stato di riesaminare le questioni di merito nella pienezza del contraddittorio con le associazioni e la Regione, anche alla luce delle sopravvenienze legislative nel frattempo intervenute". Nell'agosto del 2022, infatti, il governo Draghi aveva tradotto in legge quanto stabilito dai giudici amministrativi approvando il ddl 'concorrenza' che ha abrogato la proroga al 2033 imponendo lo svolgimento delle gare per le concessioni balneari entro il 31 dicembre 2023. "Accogliamo con grande favore e soddisfazione l'accoglimento del nostro ricorso. Sono state riconosciute le nostre ragioni. Abbiamo sempre avuto fiducia nella magistratura", ha detto il presidente del Sib Abruzzo, il 'sindacato' dei gestori degli stabilimenti balneari, Riccardo Padovano. "Si tratta di una sentenza molto importante. Sono orgoglioso perché siamo l'unica regione italiana ad aver difeso i diritti dei balneatori", ha evidenziato il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.
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