"C'è una situazione generale in
cui affrontiamo un odio profondo. All'odio profondo non eravamo
così abituati, non è solo ostilità". Lo ha detto il rabbino capo
di Milano Rav Alfonso Arbib, nel corso del momento di preghiera
organizzato dalla Comunità ebraica in sinagoga per gli ostaggi
ancora detenuti da Hamas e per coloro che sono stati
riconsegnati morti, come i due fratellini Bibas.
"Siamo abituati a pensare che tutto si aggiusta in qualche
modo. Ma davanti a un odio di questo tipo rimaniamo schiacciati
e non abbiamo la capacità di reagire - ha aggiunto -. Un'altra
cosa preoccupante è che questo odio si sta espandendo, anche qui
nei nostri Paesi, anche in Occidente". "Stanno uscendo i
fantasmi del passato, si sentono dire cose ormai dimenticate.
Dobbiamo riuscire a non avere paura - ha proseguito -. Noi ci
sentiamo molto soli ma dobbiamo renderci conto che non lo
siamo".
"Quello che sta succedendo con le persone rapite da Hamas è
un dolore tremendo, quello che è successo in questo anno da
ultimo con i bambini Bibas", ha proseguito Arbib. "C'è dolore
per quello che hanno subito e molte cose non vengono raccontate.
Al dolore si mescola la rabbia - ha aggiunto -, per le
sceneggiate di Hamas terribili e vergognose con le bare dei
morti, c'è qualcosa di straziante ma che fa anche arrabbiare.
Noi siamo più che arrabbiati".
Il presidente della Comunità ebraica di Milano Walker
Meghnagi ha spiegato come "sicuramente la pace è lontana, si
pensava fosse vicina. È una cosa orribile vedere come consegnano
gli ostaggi".
Meghnagi ha parlato anche di Papa Francesco. "Siamo tutti
preoccupati", ha detto. "Perché, al di là di alcune
dichiarazioni, il Papa è un simbolo di pace".
Infine, un passaggio sul sindaco di Milano. "Ci siamo rimasti
malissimo, malissimo, non voglio fare polemiche, ma malissimo",
ha detto Meghnagi commentando la decisione di Giuseppe Sala di
non illuminare la sede del Comune in segno di lutto per i due
fratellini Bibas riconsegnati morti da Hamas dopo la prigionia.
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