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Piazza Loggia: teste smentisce alibi dell'imputato

Piazza Loggia: teste smentisce alibi dell'imputato

Figlia di barista veronese, Zorzi non era a Verona quel giorno

BRESCIA, 18 marzo 2025, 20:20

Redazione ANSA

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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Cade, almeno stando alla versione di uno dei testimoni chiave, l'alibi di Roberto Zorzi, imputato davanti al tribunale di Brescia con l'accusa di essere uno dei due esecutori materiali della strage di Piazza della Loggia del 28 maggio 1974. Il 7 agosto 1974 l'allora capitano dei carabinieri Francesco Delfino in un verbale inviato in Procura scrisse che "la mattina del 29 maggio'74 il maresciallo Siddi di questo nucleo veniva inviato a Verona per accertare l'eventuale presenza di Zorzi, il 28 maggio, al mattino e appurava che effettivamente lo stesso aveva sostato nel bar stazione di Porta San Giorgio a Verona di proprietà del signor Elia Bellaro", aggiungendo che "Daniela, la figlia del barista, ricordava perfettamente che Zorzi si era fermato a un tavolo del bar parlando con conoscenti e si era fermato fino oltre le 10 del mattino". Vale a dire 12 minuti prima dello scoppio della bomba a Brescia. Una ricostruzione smentita a distanza di 50 anni, proprio dalla figlia del barista veronese sentita come teste nel nuovo processo per la Strage davanti alla Corte d'Assise presieduta da Roberto Spanò.
    "Non conosco Zorzi e non ho mai detto queste parole ai carabinieri, che a me non hanno chiesto nulla. Papà ce l'aveva presente perché gli vendeva i biglietti, ma a me il nome di Roberto Zorzi non mi dice nulla".
   

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