Anche in carcere, come dimostra un
rapporto disciplinare, ha avuto "comportamenti arroganti e
prevaricatori" vantando una "sua superiorità proprio per aver
colpito un poliziotto". Lo scrive la gup di Milano Silvia
Perrucci nelle motivazioni della sentenza con cui, il 23
gennaio, ha condannato con rito abbreviato a 12 anni e due mesi
di reclusione Hassine Hamis, 37enne marocchino irregolare che la
sera dell'8 maggio 2024 alla stazione di Lambrate tentò di
uccidere a coltellate il vice ispettore della Polizia Christian
Di Martino, 35 anni.
Il poliziotto riuscì a salvarsi solo grazie all'intervento
dei colleghi e a delicate operazioni all'ospedale Niguarda.
Nelle motivazioni, da poco depositate, la giudice fa presente
che ad Hamis non può essere riconosciuta alcuna attenuante,
perché con "le sue generiche manifestazioni di dispiacere" in
udienza puntava solo ad "ottenere" una pena più lieve. Prima "ha
fornito una versione dell'accaduto del tutto illogica",
sostenendo che non si fosse accorto che si trattava di un
poliziotto, e poi in carcere si è vantato della sua azione con
altri detenuti. Una "chiara dimostrazione" della sua "indole
estremamente aggressiva e socialmente pericolosa" che ha
manifestato "per oltre 20 anni", dal 2004 in avanti quando in
Italia ha commesso furti, rapine, aggressioni e altri reati per
i quali è stato più volte condannato.
Il poliziotto, assistito dall'avvocato Massimo Del Confetto,
si è costituito parte civile. Hamis, che abusava di
benzodiazepine ed alcol, era accusato anche di resistenza,
lesioni su altri due agenti, porto del coltello e false
attestazioni, perché in occasione di vari controlli negli anni
si era presentato con 22 alias. Poi, gli sono state contestate
le lesioni ai danni di una donna che quella sera venne colpita
alla testa da "sassi" presi "dalla massicciata ferroviaria" e
che il 37enne lanciò dall'alto. E pure quella di "attentato alla
sicurezza dei trasporti", perché scagliò pietre contro "treni in
movimento".
Infine, era imputato per il danneggiamento di un treno. Tutte
imputazioni formulate dalla pm Maura Ripamonti e riconosciute
dalla gup.
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