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Il killer di Fincher tra adrenalina, attese e filosofia

Il killer di Fincher tra adrenalina, attese e filosofia

In corsa il film con Fassbender dal 10 novembre su Netflix

VENEZIA, 03 settembre 2023, 19:12

di Francesco Gallo

ANSACheck

Il regista David Fincher alla Mostra del Cinema di Venezia - RIPRODUZIONE RISERVATA

Il regista David Fincher alla Mostra del Cinema di Venezia - RIPRODUZIONE RISERVATA
Il regista David Fincher alla Mostra del Cinema di Venezia - RIPRODUZIONE RISERVATA

L'idea di David Fincher non è niente male, un assassino professionista non è solo adrenalina e polvere da sparo, ha soprattutto bisogno di una pazienza di Giobbe perché è un uomo che deve attendere molto nel suo lavoro per cogliere il momento giusto. E in queste lunghe pause, corre anche un altro rischio: quello di diventare filosofo.
    The Killer, in concorso all'Ottantesima edizione della Mostra internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia, racconta appunto la storia di quest'uomo (Michael Fassbender) dal carattere solitario, senza scrupoli, freddo e minuzioso che si ritrova però a sbagliare un incarico.
    Animato da vendetta andrà alla ricerca dei suoi mandanti in una caccia all'uomo internazionale tra Parigi, New York e New Orleans. Tante scene d'azione, tra cui un interminabile duello all'ultimo sangue in un appartamento, da antologia.
    Il film basato sulla graphic novel The Killer scritta da Alexis Nolent (a.k.a Matz) e illustrata da Luc Jacamon, pubblicata in francese da Editions Casterman ha nel cast, oltre una cattivissima e straordinaria Tilda Swinton, Charles Parnell, Arliss Howard, Lacey Dover, Monique Ganderton, Suzette Lange, Kellan Rhude, Monika Gossmann e Brandon Morales.
    "The Killer - dice Fincher, regista di Se7en (1995), Fight Club (1999) - rappresenta il mio personale tentativo di conciliare la visione che ho da anni delle storie cinematografiche con la maniera di raccontarle. Penso da sempre che la frase: 'Cosa ci facevi a Chinatown?… Il meno possibile' sia la più riuscita evocazione di una retroscena che io abbia mai sentito. Nutrivo poi anche una certa curiosità per il genere revenge, come strumento per creare tensione".
    E ancora il regista: "Mi piace poi l'idea di questo assassino che ha un suo codice personale, un monologo interiore che gli fa ripetere una sorta di mantra che lo carica. Un mantra con in indicazioni del tipo 'nessuna empatia' e 'anticipare sempre l'avversario'. Non doveva però essere un personaggio che incarna il male, perché in fondo è anche un uomo pieno di dubbi".
    La scelta di Fassbender? "Era perfetto per il ruolo è poi lui è un attore capace di fare cose molto grandi, di restituire qualsiasi colore che tu gli chiedi di fare".
    In The Killer compaiono anche Amazon (di cui si serve il protagonista), Google Maps e i Bitcoin? "Ho introdotto queste cose perché volevo si capisse che in realtà questo assassino abita un mondo adiacente al nostro e poi c'è comunque un sostrato umoristico in The Killer".
    Tilda Swinton? "Tutti vogliono lavorare con lei, è come un unicorno".
    Dice infine David Fincher, sessantunenne di Denver (Colorado) sullo sciopero ad Hollywood: "Sono molto triste per quello che sta succedendo. Cerco di capire entrambe le posizioni e credo che alla fine si debba dialogare". 

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