"A chi ha definito la nostra esibizione macabra rispondiamo che per noi macabro è un mondo nel quale migliaia di bambini vengono ammazzati, gli ospedali bombardati, i civili sterminati. Un mondo nel quale chi chiede la pace viene accusato di creare divisioni e di generare odio antisemita". I Patagarri rispondono così alle accuse che gli sono state mosse dopo che dal palco del Concertone del Primo Maggio a Roma avevano inneggiato a una Palestina libera. "Urlate con noi Free Palestine, Palestina libera", avevano incitato i sei ragazzi, finalisti all'ultima edizione di X Factor. Il grido di metà pomeriggio sulle note di Hava Nagila, canzone della tradizione ebraica, non ha scosso però solo piazza San Giovanni.
A insorgere contro lo slogan è stata a stretto giro la comunità ebraica di Roma, seguita dall'Unione delle Comunità ebraiche Italiane, che ha puntato il dito contro la band rea di "appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C'è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell'esibizione dei Patagarri. Sentire lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile". Per l'Ucei la responsabilità è anche della Rai che ha trasmesso il programma "senza vigilanza". Sostegno è arrivato poi da esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia.
Anche l'ambasciatore d'Israele nel nostro Paese si è fatto sentire via social: "Turba profondamente vedere il patrimonio ebraico strumentalizzato in una trasmissione nazionale Rai, per diffondere slogan usati da chi nega il diritto di Israele a esistere. Se i Patagarri cercavano davvero giustizia, lo slogan 'Palestina libera' avrebbe dovuto concludersi con 'da Hamas'".
Francesco Parazzoli, Nicholas Guandalin, Jacopo Protti, Daniele Corradi, Arturo Monico e Giovanni Monaco, i sei musicisti che compongono il gruppo, non tornano indietro e mantengono il punto, rispondendo con un lungo post su Instagram alle accuse ricevute. "Abbiamo suonato una canzone della tradizione ebraica, che da tempo fa parte del nostro repertorio e ne fa parte perché noi non siamo mai stati contro una popolazione o l'altra". Rivendicano anche la libertà di esporsi: "Siamo esseri umani che non riescono a stare in silenzio di fronte alla morte e alla distruzione, musicisti che hanno imparato dalla musica a cercare quello che unisce e non quello che divide, a far funzionare un insieme composto da diversità".
Nella lunga maratona musicale che ha visto esibirsi tra gli altri Achille Lauro, Elodie, Giorgia, Ghali, Lucio Corsi, Alfa (secondo la questura in piazza sono affluite oltre 200mila persone, mentre in tv su Rai3 nella fascia del prime time gli spettatori sono stati 1 milione 774mila spettatori con l'11,3% di share), a colpire sono state anche altre parole. Quelle di BigMama, padrona di casa insieme a Noemi, Ermal Meta e Vincenzo Schettini, sugli hater e sull'odio che dilaga nei social: "Se non vi piaccio io cambiate canale; se non vi piace il mio corpo fate in modo di non diventare mai come me; se non vi piace quello che dico, bloccatemi: ma fateci vivere. Che ne sapete della mia storia? Il mio corpo mi ha fatto soffrire, ma io lo perdono. Perché non lo potete perdonare voi? Guardate la faccia di queste persone che insultano e dite: meno male che io non sono così". In piazza sono riecheggiate anche le parole di papa Francesco sulla sicurezza del lavoro, il tema scelto dai sindacati per il Primo Maggio 2025: "A volte sembra di sentire un bollettino di guerra. Questo accade quando il lavoro si disumanizza, e invece di essere uno strumento con cui l'essere umano realizza se stesso, diventa una corsa esasperata al profitto. La sicurezza sul lavoro è come l'aria che respiriamo, ci accorgiamo della sua importanza quando viene tragicamente a mancare ed è sempre troppo tardi".
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