'Frida Kahlo. Una vita per
immagini' è il tema della mostra promossa dal Comune di Riccione
e organizzata da Civita Mostre e Musei e Maggioli Cultura,
aperta al pubblico a Villa Mussolini dal 26 novembre al 1
maggio. Attraverso un centinaio di scatti, per la maggior parte
originali, l'esposizione ricostruisce le vicende della vita
controcorrente dell'artista messicana, alla ricerca delle
motivazioni che l'hanno trasformata in un'icona femminile e pop
a livello internazionale. Le foto sono state realizzate dal
padre Guillermo, di origine tedesca, durante l'infanzia e la
giovinezza della figlia e poi da alcuni dei più grandi fotografi
della sua epoca: Leo Matiz, Imogen Cunninghan, Edward Weston,
Lucienne Bloch, Bernard Silbertein, Manuel e Lola Alvarez Bravo,
Nickolas Muray. In questo "album fotografico" si rincorrono le
vicende spesso dolorose ma sempre appassionate di una vita,
oltre agli amori, alle amicizie e alle avventure di Frida. In
mostra anche un gruppo di piccole fotografie molto intime di
Frida, scattate dal gallerista Julien Levy.
Il percorso ricostruisce innanzitutto il contesto in cui si è
affermata la sua personalità, il Messico del primo Novecento,
attraversato da una rivoluzione che ne ha cambiato la storia,
grazie a umili campesinos ed eroici protagonisti come Pancho
Villa e Emiliano Zapata. L'epopea e il mito della rivoluzione
messicana resteranno impresse nella mente di Frida e ne
forgeranno il carattere, alimentando il suo senso di ribellione
verso le convenzioni borghesi e le imposizioni di una società
fortemente maschilista. Accanto a Frida è spesso ritratto Diego
Rivera, pittore e muralista con cui ha condiviso un rapporto
intenso e turbolento, che ha attraversato gran parte della sua
vita, ma vi appaiono anche personaggi come Leon Trotsky e André
Breton. In mostra sono esposti anche alcuni documenti come il
catalogo originale della mostra di Frida, organizzata da André
Breton a Parigi, il primo "manifesto della pittura
rivoluzionaria" firmato da Breton e Rivera, alcune litografie di
Rufino Tamayo, una documentazione fotografica della sua famosa
Casa Azul e infine un video che raccoglie le poche immagini
filmate dell'artista messicana.
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