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Una fotografa e niente altro, lo sguardo di Tina Modotti

Una fotografa e niente altro, lo sguardo di Tina Modotti

Artista, militante, femminista. Rovigo la racconta in 300 scatti

ROMA, 21 settembre 2023, 12:35

Redazione ANSA

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Lo sguardo puntato su una umanità fatta di miseria, donne, madri e figli, la fatica dei lavoratori più umili, cercando la vita nei ritratti così come nei corpi, soprattutto femminili, nelle proteste di piazza dei campesinos e nella quotidianità degli ultimi con uno stile volutamente imperfetto. Tina Modotti raccontata solo dalle fotografie scattate in soli sei anni della sua breve vita. Non la militante schierata nel Soccorso Rosso Internazionale nel Messico degli Anni Venti, né la figura discussa per i suoi amori, le sue frequentazioni politiche, le accuse di spionaggio e il suo ultimo peregrinare tra Russia, Francia, Germania, Spagna in anni difficili di conflitti e tensioni. C'è esclusivamente la donna e la sua arte al centro della scena nella mostra che Rovigo dedica fino al 28 gennaio a una delle paladine della fotografia mondiale della prima metà del Novecento. ''Tina Modotti, l'opera'', prodotta da Dario Cimorelli Editore e Cinemazero per la cura da Riccardo Costantini, con i suoi 300 scatti eseguiti tra il 1923 e il 1930, si presenta come la esposizione più completa sulla fotografa friulana. Anni di ricerche in collezioni e archivi in tutto il mondo confluite in questo omaggio hanno permesso di scoprire un numero più alto di immagini, oltre 500 rispetto alle circa duecento conosciute. ''È stata un'artista che scattava poco - dice Costantini all'ANSA - sia per la cura nel costruire l'immagine sia per la grande attenzione alla stampa al platino e al palladio, un processo costoso e lungo".
    Nelle sale di Palazzo Roverella spiccano le 41 immagini della settantina che Tina Modotti scelse per la sua prima mostra personale all' Università Nazionale Autonoma del Messico nel dicembre 1929. L' artista si fece fotografare davanti a una serie di scatti ora riuniti per la prima volta. Tina copre stranamente una delle fotografie. Mancano le conferme ma Costatini ipotizza che possa trattarsi del volto del leader comunista cubano Julio Antonio Mella, suo grande amore, ritratto subito dopo l' assassinio all' inizio dell' anno mentre era sottobraccio a lei, qui inserito nella ricostruzione filologica di quella che all' epoca venne definita ''la prima mostra rivoluzionaria in Messico''.
   

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