Lo sguardo puntato su una umanità
fatta di miseria, donne, madri e figli, la fatica dei lavoratori
più umili, cercando la vita nei ritratti così come nei corpi,
soprattutto femminili, nelle proteste di piazza dei campesinos e
nella quotidianità degli ultimi con uno stile volutamente
imperfetto. Tina Modotti raccontata solo dalle fotografie
scattate in soli sei anni della sua breve vita. Non la
militante schierata nel Soccorso Rosso Internazionale nel
Messico degli Anni Venti, né la figura discussa per i suoi
amori, le sue frequentazioni politiche, le accuse di spionaggio
e il suo ultimo peregrinare tra Russia, Francia, Germania,
Spagna in anni difficili di conflitti e tensioni. C'è
esclusivamente la donna e la sua arte al centro della scena
nella mostra che Rovigo dedica fino al 28 gennaio a una delle
paladine della fotografia mondiale della prima metà del
Novecento. ''Tina Modotti, l'opera'', prodotta da Dario
Cimorelli Editore e Cinemazero per la cura da Riccardo
Costantini, con i suoi 300 scatti eseguiti tra il 1923 e il
1930, si presenta come la esposizione più completa sulla
fotografa friulana. Anni di ricerche in collezioni e archivi in
tutto il mondo confluite in questo omaggio hanno permesso di
scoprire un numero più alto di immagini, oltre 500 rispetto alle
circa duecento conosciute. ''È stata un'artista che scattava
poco - dice Costantini all'ANSA - sia per la cura nel costruire
l'immagine sia per la grande attenzione alla stampa al platino e
al palladio, un processo costoso e lungo".
Nelle sale di Palazzo Roverella spiccano le 41 immagini della
settantina che Tina Modotti scelse per la sua prima mostra
personale all' Università Nazionale Autonoma del Messico nel
dicembre 1929. L' artista si fece fotografare davanti a una
serie di scatti ora riuniti per la prima volta. Tina copre
stranamente una delle fotografie. Mancano le conferme ma
Costatini ipotizza che possa trattarsi del volto del leader
comunista cubano Julio Antonio Mella, suo grande amore, ritratto
subito dopo l' assassinio all' inizio dell' anno mentre era
sottobraccio a lei, qui inserito nella ricostruzione filologica
di quella che all' epoca venne definita ''la prima mostra
rivoluzionaria in Messico''.
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