A passeggio dentro un arcobaleno per un contatto con l'ignoto che è il percorso metaforico del viaggio che va dalla nascita alla morte, in transito nel tunnel che potrebbe essere un cordone ombelicale o un grembo materno o rilassati sul fondo del mare in simbiosi con il susseguirsi di caleidoscopiche forme di vita sottomarina, o sul ramo di un albero ad ascoltare, o anche a generare una partitura dal canto degli uccelli di ogni parte del mondo. Diciannove opere immersive, che vivono dell'interazione con il pubblico, in organica continuità con gli spazi disegnati da Zaha Hadid, loro stessi opera ambientale, sono in mostra al Maxxi di Roma. Al confine tra arte, architettura e design si apre dal 10 aprile, e fino al 20 ottobre, una mostra in collaborazione con la Haus der Kunst Monaco: Ambienti 1956-2010 - Environments by Women Artists II. La mostra originale ideata e prodotta dalla Haus der Kunst Monaco 2023, Inside Other Spaces. Environments by Women Artists, si fermava però al 1976: il Maxxi prosegue invece la ricerca dell'istituzione tedesca e ne amplia la cronologia originaria arrivando fino al 2010, anno del completamento dell'architettura del Museo progettato da Zaha Hadid. È la prima esposizione dell'anno e ne vuole essere il "capodanno artistico" dice il presidente, Alessandro Giuli che accompagnando il primo pubblico accolto a vedere l'esposizione mette in chiaro: "Questa è una mostra che non si mostra ma che si fa esperire". È anche una "mostra manifesto", e non solo per la collaborazione con una importante istituzione culturale internazionale ma anche perché la prima grande mostra dell'anno del Maxxi è anche una collettiva femminile che riconosce e celebra la centralità delle artiste "in un profondo senso simbolico". La mostra si focalizza infatti sul contributo delle artiste donna alla storia delle opere ambientali e indaga sugli aspetti critici della natura dell'arte ambientale facendo emergere temi come il rapporto con lo spazio pubblico, l'introduzione delle nuove tecnologie e il conseguente coinvolgimento attivo degli spettatori. Realizzata a cura di Francesco Stocchi, nel suo primo anno di direzione artistica, con Andrea Lissoni, Marina Pugliese. Per il pubblico, dice Stocchi è l'occasione "per lavorare con una materia viva, in evoluzione, rispetto alla definizione stessa di un'opera finita, per natura chiusa. Al contrario l'ambiente, per definizione e per le interazioni che ha, è vivo e questa vitalità si celebra con l'accoglienza e l'incontro con lo spettatore" dice Stocchi. Accanto all'opera monumentale di Alexandra Kasuba Spectral Passage che offre agli spettatori l'opportunità di entrare in un arcobaleno, a Sip My Ocean, l' ambiente video di Pipilotti Rist e al percorso sensoriale che fa rivivere l'esperienza del concepimento e della nascita di A casa é o corpo di Lygia Clark, ci si imbatte anche in Ambiente spaziale: "Utopie", uno spazio che venne commissionato per XIII Triennale di Milano del 1964 a Lucio Fontana e Nanda Vigo, in cui il visitatore può sdraiarsi, avvolto da un soffice spazio onirico. Nell'ambiente realizzato da Marta Minujín, Revuélquese y viva! con materassi di varie forme dipinti a mano risuonano invece gli iconici successi senza tempo dei Beatles. The Bird Tree, importante installazione sonora di Christina Kubisch, è un grande albero composto da cavi elettrici che permette di ascoltare canti di uccelli da tutto il mondo.
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