Ventisette immagini tratte dalla
campagna fotografica che Fulvio Roiter realizzò nel 1955, su
incarico della casa editrice svizzera Guilde du Livre, per
illustrare i Fioretti di San Francesco. Scatti con cui il grande
fotografo intraprende un viaggio lungo gli itinerari francescani
attraverso l'Umbria rurale e appenninica più remota, tramandando
il ricordo di un mondo cristallizzato per secoli, che nel giro
di pochi decenni subirà le trasformazioni dovute a una modernità
pervasiva che ne ha modificato molti caratteri e reso flebile la
memoria. Sono queste vere e proprie opere d'arte a
caratterizzare "Umbria, una storia d'amore. Fulvio Roiter", la
mostra curata da Alessandra Mauro che dal 29 maggio al 13
ottobre la Galleria Nazionale dell'Umbria a Perugia ospita in un
nuovo spazio dedicato alla fotografia.
L'iniziativa inaugura infatti "Camera Oscura. La Galleria
Nazionale dell'Umbria per la fotografia", un progetto a cura di
Marina Bon Valsassina e Costanza Neve che ha trovato casa in un
luogo allestito lungo il percorso espositivo permanente del
museo perugino. Uno spazio che evoca per le sue stesse
caratteristiche architettoniche proprio una "camera oscura",
ideale per ospitare così altri "tesori" a far compagnia a quelli
in esposizione all'interno della Galleria.
Il titolo della rassegna, "Camera Oscura", ha spiegato
durante l'anteprima per la stampa il direttore dei Musei
Nazionali di Perugia - Direzione regionale Musei Umbria,
Costantino D'Orazio, "ci è stato suggerito dallo spazio della
Exhibition box, il quale assomiglia a uno scrigno avvolto da
luci soffuse e da ombre dominanti".
Uno spazio quindi perfetto per esporre, a cadenza semestrale,
i grandi maestri della fotografia: "Ci è sembrato doveroso
iniziare - ha proseguito D'Orazio - con un omaggio al
territorio, raccontato dallo sguardo innamorato di Fulvio
Roiter, il quale indaga non i luoghi più conosciuti e
rappresentativi, ma quell'Umbria che non ti aspetti e che
'sbuca' improvvisamente, con un portato tradizionale e culturale
che ha un sapore mitico e archetipico".
L'obiettivo di Roiter coglie così vicoli in cui si incontrano
volti di bambini sorpresi a giocare con le ceste di vimini o
intenti a portare dai campi il peso di una sacca piena di frutta
e verdura. Paesaggi innevati solcati dal passo lento dei muli o
dal segno commovente di piccole croci sbilenche in ferro
battuto, borghi deserti perché di giorno tutti gli abitanti sono
impegnati a coltivare la terra e accudire gli animali. Le
immagini restituiscono quindi l'atmosfera di una vita lenta, in
cui le architetture si innestano perfettamente con il paesaggio
e le persone sembrano convivere in armonia con la natura.
"A molti anni di distanza dalla sua realizzazione, l'Umbria
di Fulvio Roiter resta un lavoro straordinario" ha sottolineato
anche la curatrice Mauro che poi ha aggiunto: "Il racconto
appassionato di un territorio appena scoperto e subito amato,
l'omaggio a un testo antico e attuale e, insieme, la prova di
quel che un autore può realizzare quando il suo sguardo è
allenato, la mente pronta, i sensi all'erta".
La mostra, realizzata con il supporto de L'orologio società
cooperativa - Business Unit Sistema Museo, è arricchita da un
video che propone tutte le immagini del reportage, pubblicate
nel volume "Ombrie terre de Saint François" (1955) e una
biografia ragionata dell'artista. Le esposizioni che si
avvicenderanno all'interno del progetto "Camera oscura", nel
loro insieme - è stato infine evidenziato dalle curatrici della
rassegna - hanno lo scopo di sottolineare attraverso le immagini
fotografiche il filo rosso che lega l'arte del passato al nostro
presente in una continuità di linguaggi e tecniche diverse.
Finita la mostra su Roiter, in autunno sarà la volta di "Robert
Doisneau tout court" (26 ottobre - 20 marzo 2025), appuntamento
dedicato a uno dei fotografi del Novecento tra i più amati dal
grande pubblico.
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