(di Domenico Palesse)
Oltre 130 mila metri quadrati di
spazio espositivo per 500 oggetti storici e opere d'arte. Cinque
gallerie, tre padiglioni, due ristoranti e due caffetterie. La
Biennale delle arti islamiche di Gedda è molto più che una
mostra, è una "destination", come amano definirla da queste
parti. Un luogo dove trascorrere una giornata immersi nella
bellezza dell'arte, per conoscere la storia e l'evoluzione della
cultura islamica. Anche per la seconda edizione la firma
sull'allestimento è tutta italiana, ad opera del duo Giò Forma e
Black Engineering, vincitori di un contest internazionale. La
collaborazione con l'Arabia Saudita nasce dall'ormai celebre
teatro a specchi di Al'Ula. "E' stato un bellissimo e fortunato
trampolino di lancio - le parole del Ceo di Black Engineering,
Massimo Fogliati - che ci ha permesso di cominciare numerose
collaborazioni fino ad arrivare qui alla Biennale".
La struttura sorge al Western Hajj Terminal dell'aeroporto
internazionale King Abdulaziz di Gedda, la porta d'ingresso per
tutti i pellegrini in viaggio verso La Mecca. Ed è proprio un
versetto del Corano - "And all that is in between" - a dare il
nome alla seconda edizione della Biennale dove sono esposte
opere e oggetti unici, come la Kiswah, il drappo di seta nero
usato per coprire la Kaaba, la costruzione al centro della
Mecca. È la prima volta che un reperto di questo genere viene
esposto all'esterno della città santa, il cui ingresso è vietato
ai non musulmani. "Nella prima edizione della Biennale -
continua Fogliati - abbiamo raggiunto i 600 mila visitatori. In
questa edizione siamo riusciti a portare per la prima volta la
Kiswah e ad attivare una splendida collaborazione con il
Vaticano".
Nelle teche che impreziosiscono i padiglioni, infatti,
compaiono anche alcuni pezzi prestati dalla Biblioteca Vaticana,
come il 'De revolutionibus orbium coelestium' di Copernico e la
suggestiva mappa del Nilo lunga quasi sei metri. Trentaquattro
le istituzioni presenti provenienti da 20 Paesi e 4 continenti,
oltre a 33 artisti autori delle opere che impreziosiscono il
percorso all'interno della Biennale. Tra loro anche l'italiano
Arcangelo Sassolino, che ha realizzato 'Memory of becoming', un
enorme disco rotante ricoperto di un liquido denso e scuro. "La
Biennale di arti islamiche di Gedda, l'unica al mondo - conclude
Fogliati - è un'esperienza meravigliosa, il fiore all'occhiello
di tanti eventi culturali che si stanno sviluppando e stanno
nascendo in questo Paese".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA