Il Pozzo di San Patrizio a
Orvieto non è solo un capolavoro dell'ingegneria rinascimentale,
ma potrebbe essere anche un'opera figlia della bellezza dei
numeri, in particolare della sezione aurea e della sequenza di
Fibonacci. È questa l'ipotesi di Luciano Cencioni, medico e
grande appassionato di storia, che ha studiato le proporzioni
del Pozzo e ne ha individuato sorprendenti corrispondenze con la
costante di Fidia, il celebre 1,618.
"Nel mondo esistono opere eterne, caratterizzate da una
struttura matematica che ne determina l'armonia e la bellezza
oggettiva", spiega Cencioni all'ANSA. "Ne sono esempi - aggiunge
- la Piramide di Giza, il Partenone, la Cappella Sistina, la
Gioconda e persino l'uomo Vitruviano. Tutte queste opere
condividono un rapporto numerico preciso, che il nostro cervello
riconosce istintivamente come bello".
"La bellezza dei numeri si identifica nella sezione aurea,
una proporzione matematica conosciuta fin dall'antichità e
riscoperta da Keplero nel 1611 attraverso lo studio della
sequenza di Fibonacci", ricorda Cencioni. Secondo il quale,
appunto, anche il Pozzo di San Patrizio segue questa logica
numerica. "Se prendiamo il diametro del cilindro interno, pari a
4,65 metri, e lo moltiplichiamo per la costante di Fidia
(1,618), otteniamo circa 7,5 metri", spiega ancora Cencioni.
"Sommando questo valore al diametro interno, arriviamo a 12,17
metri, praticamente quello del cilindro esterno, che è di 12,20
metri - sottolinea - e questo dimostra che la proporzione aurea
è presente nel progetto del Pozzo, anche se probabilmente in
modo inconscio da parte del Sangallo".
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