Sarà un cantiere aperto, un 'work in progress', il cui risultato sarà di aver restaurato un'antica chiesa, con l'intero suo complesso da lasciare alla comunità per un uso collettivo, partecipativo, nonché culturale. E' stato presentato in Vaticano il Padiglione della Santa Sede alla prossima Biennale d'Architettura di Venezia (10 maggio-23 novembre 2025), che il cardinale Josè Tolentino de Mendonça, prefetto del Dicastero per la Cultura e l'Educazione, ha definito "un padiglione-parabola".
Lo stesso titolo di "Opera Aperta" - tema dell'intera rassegna lagunare -, ha detto il cardinale portoghese in conferenza stampa, "lo presenta come un cantiere, come un processo in corso al quale tutti sono invitati a collaborare: architetti, pensatori, abitanti del sestiere, associazioni e persino, i visitatori della Biennale. Nello spazio dell'antico oratorio di Santa Maria Ausiliatrice, che richiede lavori strutturali di recupero, "sarà narrata una parabola poiché, allo stesso tempo in cui si ripareranno i muri e i dettagli architettonici dell'edificio, si saneranno anche le relazioni di vicinato e l'ospitalità intergenerazionale, ricostruendo così simultaneamente lo spazio fisico e lo spazio sociale".
"Il nostro desiderio - ha spiegato ancora Tolentino - è che questo padiglione-parabola possa essere una espressione concreta, nel campo dell'architettura, delle intuizioni profetiche contenute nella Laudato si' e diventare un laboratorio attivo di intelligenza umana collettiva, mettendo in comune: ragione e affetto, professionalità e convivialità, ricerca e vita ordinaria".
Una delle curatrici, Marina Otero Verzier, nello spiegare come si cercherà di dare "nuova vita" al complesso di Santa Maria Ausiliatrice, dove i lavori sono già cominciati, ha sottolineato che l'intento è di "guardare all'architettura come una sorta di attività di sostegno della comunità e della vita sociale", "favorendo anche uno spazio collettivo che promuova l'incontro". "Al centro di questo lavoro - ha aggiunto - ci sono i restauratori, artigiani locali, la cui esperienza rischia di scomparire e che invece occorre fare in modo che venga trasmessa".
I visitatori potranno assistere dal vivo ai lavori, e persino se lo vorranno, in uno spazio che sarà dedicato all'uso musicale e dotato già di un pianoforte, fermarsi a suonare. L'altra curatrice Giovanna Zabotti ha parlato di "un atto di riparazione e di intelligenza comunitaria, in cui fare qualcosa di utile e che possa rimanere", e che tra l'altro vede "il lavoro di tante donne".
Il card. Tolentino ha rivolto "un enorme ringraziamento" a Tatiana Bilbao, intervenuta in video, "una delle architette più straordinarie del nostro tempo", che "nella grammatica del suo programma di lavoro ha ben riconoscibili espressioni come 'connettività sociale', 'interazione con il contesto' e 'sustainable design'": "ci onora molto che sia lei uno dei nomi centrali del Padiglione della Santa Sede - ha detto ancora il porporato -, in un progetto congiunto con il collettivo catalano Maio Architects", rappresentato in conferenza stampa dall'arch. Anna Puigjaner.
"In un momento storico particolare come questo, le fragilità sociali, l'inclusione, la sostenibilità sono parole che dicono con ancora maggior determinazione che un museo è un luogo aperto: e il Padiglione è un museo, un museo temporaneo, anzi in questo caso fortunatamente non temporaneo, che prende vita a Venezia", ha osservato a nome del main sponsor Intesa San Paolo, Michele Coppola, executive director Arte, Cultura e Beni Storici e direttore generale Gallerie d'Italia.
Il complesso di Santa Maria Ausiliatrice è di proprietà del Comune di Venezia ed è stato ceduto in comodato al Dicastero vaticano per un periodo di quattro anni, con l'impegno di realizzarvi attività culturali e anche sociali. E il card Tolentino ha voluto ringraziare per "la collaborazione, affettuosa e fiduciosa, che si è instaurata con il Comune di Venezia" e "la costante disponibilità che ci ha manifestato il Patriarcato". "Papa Francesco continua a ispirare la Chiesa profondamente, e questo Padiglione è anche un documento vivo di come la sua parola ci ispira", ha concluso rispondendo ai cronisti sulla malattia del Pontefice.
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