Un giovane con il volto aperto al
sorriso, abiti logori ma dignità intatta: è il protagonista del
"Portarolo", capolavoro di Giacomo Ceruti (1698-1767) custodito
al Museo Civico di Modena e ora in trasferta al Castello del
Buonconsiglio di Trento, dove resterà esposto fino al 14
settembre nella mostra "Il teatro del quotidiano. Giacomo
Francesco Cipper detto il Tedesco (1664-1736)". L'esposizione
riscopre la figura di Cipper, artista a lungo trascurato ma
fondamentale nel panorama della cosiddetta "pittura di realtà"
tra Seicento e Settecento.
Nato a Feldkirch e attivo in Italia, Cipper, soprannominato
"il Tedesco", fu un osservatore attento del mondo che lo
circondava. Nei suoi dipinti troviamo mercati brulicanti,
musicisti ambulanti, risse di strada, contadini, mendicanti:
un'umanità varia e autentica, rappresentata con occhio partecipe
e spirito narrativo.
In questo contesto, l'opera modenese di Ceruti - il
"Pitocchetto", come veniva chiamato per la sua attenzione verso
i "pitocchi", i mendicanti, gli ultimi nella scala sociale -
dialoga con naturalezza con i dipinti di Cipper. Il Portarolo
ritrae un ragazzo umile e sorridente nei suoi abiti consunti:
non è solo uno studio di genere, ma una dichiarazione di
poetica. Ceruti guarda i suoi soggetti con compassione e
rispetto, offrendo allo spettatore uno sguardo privo di
giudizio, ma colmo di umanità. Il prestito del dipinto modenese,
già protagonista della mostra dedicata a Ceruti dalla storica
dell'arte Mina Gregori negli anni Ottanta, arricchisce un
percorso espositivo che vanta opere provenienti da istituzioni
di rilievo internazionale come il Prado di Madrid, la Reggia di
Caserta, la Pinacoteca Tosio Martinengo di Brescia e il Museo
delle Belle Arti di Orléans.
Riproduzione riservata © Copyright ANSA