Una delle sfide produttive di "The dark side of the sun" è stata dover girare senza luci che emettessero raggi UV. Grazie alla collaborazione tra il direttore della fotografia Giancarlo Leggeri e Gianluca Bronzini della Società italiana Technolight, è stato possibile. Il regista italiano Carlo Shalom Hintermann con grazia, intuito e grande sapienza ha saputo unire il documentario all'animazione per raccontare la vita dei bambini "lunari" in sala il 19 giugno distribuito da Microcinema Distribuzione in 15 copie Roma e capoluoghi. Per pochi bambini, infatti, il sole è un nemico mortale. Una rara malattia, Xeroderma pigmentoso, li costringe a vivere isolati una realtà rovesciata, lontani dal mondo diurno dei loro coetanei.
Questo non accade però a Camp Sundown, un campo estivo nello stato di New York creato dalla tenacia dei loro genitori, che raccoglie pazienti da tutto il mondo. Fondato dalla XP Society, associazione no-profit che fornisce sostegno alle famiglie, qui prende forma un universo colmo d'incanto. La vita di questa piccola comunità notturna si intreccia con i sogni dei bambini, che prendono forma nell'animazione, ideata da loro stessi e realizzata dall'artista e designer Lorenzo Ceccotti. Genitori e figli si riconoscono qui in un unico desiderio: vivere a pieno la propria vita, nonostante la malattia. Il film era stato presentato al Festival di Roma nel 2011 in inglese con sottotitoli in italiano, uscirà finalmente al cinema nella versione doppiata in lingua italiana grazie al lavoro di Rodolfo Bianchi, direttore del doppiaggio, e ai preziosi contributi di Pino Insegno e Leo Gullotta. Insegno ha regalato la voce a Dan Mahar il tenace fondatore, insieme a sua moglie, di Camp Sundown e al personaggio di Father Night, presente nella parte animata; mentre Gullotta ha prestato invece la voce sia ad un simpatico tasso che a Kevin, uno dei ragazzi di Camp Sundown.
In Italia c'è UNIAMO, la Federazione Nazionale delle organizzazioni di pazienti affetti da patologie rare, che da sempre è impegnata nella tutela dei diritti e nel miglioramento della qualità della vita del paziente e della sua famiglia.
Lapadula ha raccontato come "le malattie rare quando si raccontano hanno bisogno di speranza perché questi bambini costruiscono dei ponti per poter avvicinare le persone che sono distanti a questa dimensione. "Parlare di malattia rara vuol dire parlare di un intero universo - ha affermato il regista Carlo Hintermann -. Ad un certo punto la BBC mi propose di comprare la sceneggiatura ma avrebbero fatto loro la regia. Per me significava vendere il mio rapporto con Camp Sundown e questo non lo avrei mai permesso, infatti gli ho risposto: ma i rapporti personali si vendono?"
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